i DEGLI ARCIVESCOVI DI MAGONZA i35 gli spirili. Nei seguente anno, intantochè Arnoldo stava tenendo un sinodo a Magonza, il giorno susseguente alla festa di san Remigio i suoi nemici entrarono armatamano nella stanza dell’assemblea per discioglierla-, se non ciré sopraggiunti i conti del. suo partito, li costrinsero a ritirarsi. Partitosi Arnoldo dopo il giorno di Ognissanti per recarsi a trovar l’imperatore in Lombardia, i suoi avversari non tardarono a seguirlo colà, ma dovettero tornarsene confusi, dacché l’imperatore rigettavali con minacce. Arnoldo in questo viaggio intervenne il 5 febbraio 1160 al concilio di Pavia, dove l’imperatore fé riconoscere l’antipapa Vittore III e scomunicare Alessandro III di lui antagonista. Arnoldo si sottoscrisse immediatamente dopo il patriarca d’Aquileia a questo concilio, con quattordici de’suoi sufl’raganei, nel modo che segue: Ego Arnoldus archicpiscopus Moguntinus cum XIF suffraganeis inter fui et subscripsi. Fallo poscia ritorno a Magonza, incontrò il tristo fine che lo attendeva, e che santa Ildegarda glielo avea predetto in una delle sue lettere, di cui scorgesi un estratto nella cronaca d’IIirsauge (ad ari. 1153). Infatti il giorno di san Giovanni Battista dell’ anno 1160, mentre si trovava nel monastero di San-Giacomo, una banda di forsennati corse a scagliarsi sopra di lui, ed ¡sgozzatolo, Io gettò sopra un letamaio, dopo averlo spogliato de’suoi abiti. Per tre interi giorni la minutaglia seguì senza posa ad insultare al suo cadavere, ma finalmente i canonici della collegiata di Nostra-Donna avendolo raccolto, lo seppellirono con grande lutto nella medesima (Dodechin ckron.). Il Marlenne pubblicò (Ampliss. coll., torn. Il, pag. 596), una lettera di questo prelato, nella quale piega l’abate Wibaud d’indurre l’imperatore a far sì che cessassero le ostilità praticate dal conte palatino del Reno contro la sua chiesa. Crede l’editore che questa lettera sia scritta nel ji58, ma il palatino in tutto quest’anno trovavasi in Italia coll’imperatore: essa apparterrà, piuttosto all’epoca del ii54, ovvero del x 155.