DEGLI ARCIVESCOVI DI TREVI RI 353 digenza e nella oscurila: cosi il vklamo Luigi s’era diportato sotto i due precedenti arcivescovi. Non disposto per nulla a lasciarsi per tal modo signoreggiare, Alberone non fu così tosto immesso nel possedimento della sua chiesa, che imprese ad abbattere la tirannide di questo officiale ed a rientrare ne’propri diritti. Certamente gli abbisognò alquanto tempo per venirne a capo; tuttavia mediante un sostenuto vigore guadagnando a poco a poco terreno, condusse il vidamo ad un punto, che non potendo più sostenere gli antichi dispendi, corse a gettarsi a’suoi piedi, e gli restituì il palazzo, che più non conveniva all’attuale suo stato. Simone duca di Lorena gettava intanto ingiuste esazioni sull’abazia di San-Deodato, e continuava a riscuoterle, non ostante le rimostranze dell’arcivescovo. Risoluto quindi il prelato di adoperare la forza per farle cessare, si collcgò con Istefano di Bar vescovo di Metz e con Rinaldo di Bar di lui fratello, alfine di movere guerra al duca, il quale dal canto suo strinse alleanza col duca di Baviera e col conte di Salm. Essendosi i due eserciti trovati a fronte l'un l’altro a Makeren, ebbe ivi luogo un grande combattimento, nel quale Simone riportò la vittoria. Egli assediava susse-guentemente, e prendea alcune piazze all’arcivescovo, cui però in seguito le restituiva per mediazione dell’imperatore Lotario suo cognato, e di più stringeva secolui la pace. Rinnovatisi poi contro il duca le querele dei religiosi di San-Deodato, l’arcivescovo ripigliò l’armi, e pose alla testa delle sue genti il conte di Fauquemont, il quale ruppe Simone in una battaglia, obbligandolo a rinchiudersi entro Natici; senonchè ebbe la peggio innanzi a questa città, della quale avea tentato l’assedio. L’imperatore Lotario, mal contento della condotta dell’arcivescovo, somministrava al duca parecchie truppe, le quali, entrate sulle terre del prelato, vi cagionarono grandissimi guasti. Alberone, scorgendo allora che le forze non erano compartite egualmente, ricorreva alle armi spirituali, e recatosi ad Aix-la-Chapelle, ove l’imperatore trovavasi col duca di Lorena, nel giorno di Pàsqua scomunicò il secondo di essi durante i santi misteri, é lo costrinse ad uscir dalla chiesa. Brower colloca questo avvenimento nel u3a;- ed è questa la più vicina rpóca che gli T. XV. si