DEGLI ARCIVESCOVI DI TREVIRI 331 fallo nel seguente anno al concilio di Metz, confermando la decisione d’Aix-la-Chapelle in presenza e coll’assenso del legato di papa Nicola 1. Teutgaldo e Gontiero allora si recavano a Roma per far sì che il pontefice approvasse le loro operazioni, ma il colpo riuscì a vuoto; perocché lungi dal raffermare quanto avevano fatto, Nicola annullava gli atti del concilio di Metz in quello che tenne nel Laterano, e pronunciava una sentenza di destituzione contro questi due prelati, non meno che contro gli altri padri dell’assemblea di Metz, senza speranza pei primi di poter mai più essere ristabiliti. Abbiamo già parlato, quando si trattò di Gontiero, della insolente protesta ch’egli eseguì insieme con Teutgaldo contro la condotta del papa; tuttavia questo secondo, siccome meno esaltato del primo, allorché tornossene alla propria chiesa, si guardò dall’eseguire le vescovili funzioni. Egli intraprese in seguito fino a tre viaggi alla volta di Roma per ottenere la sua riassunzione, ma non vi potè mai riuscire. Dall’ultimo però non si ritornava, poiché, nel passare da Roma alla Sabina, fu ucciso insieme con tutti i suoi, verso il finire dell’868, sotto il pontificato di Adriano II. E questo il genere di morte che gli attribuisce il diacono Giovanni nella vita di san Gregorio; ma l’annalista di San-Martino riferisce al contrario, com’egli morisse in Roma (senza notarne l’anno) da una malattia che rapì la più parte de’suoi compagni di viaggio, ma che risparmiò Gontiero, il quale formava parte della comitiva. Certe antiche memorie conservatesi nella chiesa di Cardon collocano la di lui morte nell’870, a quanto ne riferisce Brower ( Annal. Trcvir., tom. I, pag. 4a3); certo è ad ogni modo che noi troviamo nell’ 869 nella conferenza ove il re Lotario fu riconciliato con papa Adriano, e Gontiero ammesso alla comunione secolare. BERTULFO. 869 ovvero 870. BERTULFO abate di Merloc fu nominato dal re Carlo il Calvo a successore di Teutgaldo nel seggio di Treviri, e dovette principalmente questa dignità alla raccomandazione di Avvenzio vescovo di Metz suo congiunto, il quale, avendo coronato Carlo re di Lorena dopo