35a CRONOLOGIA STORICA ione, confermò la loro scelta; e siccome egli rifiutavasi ili accondiscendervi, lo privò de’suoi benefizi e gli vietò eziandio di esercitare le sue funzioni per punirlo di tal resistenza. Non guari dopo, cioè nell’ottobre del r i3i, Innocenzo tenne un concilio a Reims, ove Recatosi Alberone con parecchi de’suoi canonici, si sottopose al voler del pontefice, il quale, fattolo rivestire di una cappa, lo collocò ira gli arcivescovi; indi condottolo seco a Vienna, lo consecró in questa città dopo chiuso il concilio, e rimandollo nellar sua diocesi col titolo di legato per accattargli riverenza maggiore. Giunto a Treviri alla testa di una truppa di cavalieri affine d’imporre a’ propri nemici, egli vi fu accolto fra le acclamazioni del clero e del popolo; ma il re Lotario rifiutassi d’investirlo delle regalie, perchè contro il costume erasi fatto consecrare prima di ricevere l’investitura e di prestare il giuramento di fedeltà. Alberone durò assai fatica nel piegare il monarca; pur finalmente col soccorso de’suoi amici ne ricuperò la grazia e con essa le regalie. Questo prelato, giusta Balderico suo familiare c suo storico, era di un carattere singolarissimo: dotato di maravigliosa sagacità, niente fra gli affari i più intricati sfuggiva alla sua previdenza; d’altra parte era fermo nelle sue risoluzioni, nè si lasciava punto smuovere dal terrore. Dolce ed umano allorché non incontrava oppositori, non era poi quel medesimo quando si contrastava a’suoi voleri: simigliante, dice Balderico, ad un fiume che pacificamente scorre finché è libero nel suo corso, ma che impedito da qualche ostacolo s’irrita sdegnoso e rompe con impeto la diga che gli si frappone. Ecco appunto un qualche tratto della sua fermezza: aveano gli arcivescovi di Treviri nominato un vidamo quanto all’autorità temporale della loro chiesa: ora Luigi, rivestito di questa carica già da molti anni, allorché Alberone sali alla sede di Treviri, esercitavala con tale indipendenza e dispotismo, che a’vea concentrata nella sua persona tutta la civile autorità e stretti gli arcivescovi alle sole funzioni ecclesiastiche. Sotto colore di aver egli l’incarico dal mantenimento della loro casa, si era impadronito di tutte le rendite, e somministrava loro appena di che mantenersi. Egli s’era altresì appropriato '' loro palazzo, ostentando il lusso ed il fasto tutto proprio di un principe, intanto che i suoi signori vivevano nell in*