DEGLI ARCIVESCOVI DI TREVIRI 4n Treviri affine di tenerla in soggezione e d’impedire clie si attraversassero i suoi disegni. Non guari dopo, il suo risentimento si palesò contro quelli del capitolo, cui riguardava siccome autori delle sue disgrazie: ei li perseguitò per le vie del diritto, e nel nuovo tribunale che instituí, ove in fiari tempo egli era giudice e parte, a’ i5 giugno del i dichiarò scomunicati e privi dei lor benefizi. Questo giudizio fu pronunziato in contumacia, essendosi gli accusati rifuggiti in Cotogna. Nel 1648, poco soddisfo di ciò eh’ crasi disposto sul conto suo nelle conferenze di Munster, egli accusò i suoi plenipotenziari di aver tradito il dover loro, e li gastigò colla privazione delle loro cariche; egualmente trattò pure il suo ufficiale, che il timore della prigionia costrinse del pari a fuggirsi a Roma, ed il cancelliere perchè nell’esercizio del proprio ministero non s’era bene addentrato nelle sue viste di vendetta. Nel 1649 scorgendo di non poter riuscire a farsi eleggere un Francese per coadiutore, gettò gli occhi sopra Filippo Luigi barone di Reiffemberg, cui aveva innalzato successivamente alla dignità di capitolare e di prevosto. Quest’elezione seguì coi due soli voli dello stesso Filippo Luigi e di un altro capitolare; ma il prelato nel 28 aprile, senza punto esitare, proclamò solennemente il detto Filippo a suo coadiutore. 1 capitolari allora compresero che male la sarebbe andata per loro e per lo stato se prontamente non si assicuravano della persona dell’arcivescovo e non gli toglievano 1’appoggiti dei Francesi, dietro il quale ei si' permetteva di osare ogni cosa. Quindi è che due fra di loro, cioè Carlo Gaspare della Pierre ed Evrardo di Cratz, uomini d’ingegno e pieni di espedienti, avendo fatto leva nascostamente di truppe nel basso elettorato, le condussero a Treviri, ove per certe corrispondenze che avevano praticate si apersero ad essi le porte. Insignoritisi della città, assalirono il principal forte, ove la guarnigione francese erasi ritirata; ed avendo smontato il solo cannone ch’ella aveva, la costrinsero il 10 giugno 1649 a sgombrare la piazza. Allora l’arcivescovo, trincieratosi nel suo palazzo, chiamò a se nuove genti della Francia; i canonici dal lato loro ottennero quelle del duca di Lorena: Freviri ed il suo territorio cadevamo quindi in preda al-