DEI MARGRAVJ D’ HOCIIBERG 613 eli Tennebach, tre figli, cioè congiunto nel 1315 della terra di Rethelen ossia Rotheiino, non lungi da Basilea, a patto che dovesse solamente goderne dopo la di lui morte. Da quell’epoca in poi Enrico ed i suoi successori aggiunsero al titolo di marchesi di IIocli-berg quello pure di marchesi di Rotheiino. Egli cessò di vivere senza lasciar discendenti nell’anno 13at». Enrico che or seguita; Roj dolio ed Ermanno, i quali entrarono l’un dopo l’altro nell’ordine di San-Giovanni di Gerusalemme. Rodolfo posse' dette la commenda di Friburgo, indi (juella di Hohen-rain , e cesso di vivere nel i343 a Friburgo, ove fu pur sotterrato. Ermarmo poi, che fu prete e mastro del suo ordine nell’alta Germania, chiuse i suoi giorni nel medesimo luogo il dì 26 aprile i35y. ENRICO IV. i33o od in quel torno. ENRICO, primogenito di Enrico 111 e di lui successore, ebbe qualche contrasto colla città di Brisacco, avendo essa ricevuto ed ammesso nel novero de’suoi cittadini alcuni sudditi del marchese, i quali si erano colà ritirati senza il di lui assenso. Però nel j343 egli conchiuse colla medesima un accomodamento, in forza del quale fu ristabilita la pace. Enrico entrò in guerra nel i354 colle città di Rhinfeld e di Villingen; ma essendosi interposto qual mediatore Rodolfo d’Austria, venne a capo di riconciliare le parti. Egli prese altresì le armi contro i cavalieri di Kippcmbac per sostenere alcuni diritti che RODOLFO II ed OTTONE. i3a6. RODOLFO ed OTTONE, fratelli di Enrico, a lui succedettero nel margra-iato di Hochberg - Sausera-berg, non meno che nel langraviato di Brisgaw. Il primo di essi chiuse i suoi giorni nel i352. lasciando dalla sua sposa Caterina, prole di Ulrico conte di quale mancò Thierstein , la 1 marzo del 1385, il figlio che or segue. Ottone poi, perduta nello stesso anno i3o2 la propria moglie Elisabetta senza averne avuta veruna prole, mori egli medesimo in età molto inoltrata l’anno 1384-Questi non era nulla religioso: in fatti trovandosi nel 13^6 alla corte di Leopoldo duca d’Austria insieme con altri signori e nobili di Basilea, violò la santità del tempo quaresimale in modo così scandaloso, che per