DEGLI ARCIVESCOVI DI MAGONZA ^9 un diploma rilasciato in Liegi da Federico nel 29 settembre del 1171 (Miraei, op. Diplom., tom. I, pag. 189). Volenao Federico restituire la pace alla Chiesa, nel conchiudere quella con Alessandro III, inviò nel 1176 a questo pontefice gli arcivescovi di Magonza, di Cologna e di Magdeburgo, non meno che qualche altro prelato per fargli le prime proposte d’ una riconciliazione. ¡Nel seguente anno, appianate tutte le difficoltà, e stabilitisi i preliminari della pace, Alessandro li fè giurare nel 21 di luglio da questi deputati, c tre giorni dopo obbligò Cristiano a rinunziare al partito che aveva fino allora abbracciato, gli diè solennemente l’assoluzione, e dopo avergli fatto abbruciare il pcdlium che ricevuto aveva dall’antipapa, gliene spedì un altro per mezzo del Cardinal Giacinto. Cristiano intervenne poscia al concilio tenuto in Venezia il i/f agosto ¡177 ad oggetto di assodare la pace di’crasi iu allora concbiusa; e di là ricondusse il pontefice a Roma insieme con altri prelati, scelti dall’imperatore per onorarlo. Cristiano trovavasi ancora in questa città nel marzo dell’anno 1179, allorquando il papa vi celebrò il concilio generale di Laterano, in cui esso sedette ed ebbe un posto distinto. Mentre lo stesso anno se ne ritornava, cadde in un agguato tesogli da Corrado marchese di Monferrato, che lo ritenne prigione, e gli fece nel 1181 pagar cara la libertà, dopo due anni di prigionia. Osserva qui M. di Saint-Marc (Abr. ckron., tom. V, pag. 166), che non si sa comprendere come Corrado figliuolo del marchese Guglielmo, particolare amico dell’imperatore, osasse trattare così malamente un arcivescovo primo ministro di questo principe, e ciò in un tempo nel quale egli trattava la guerra in favor della chiesa romana. Noi scorgiamo un’ altra fiata Cristiano in Italia nel successivo anno alla testa delle truppe imperiali, ed occupato a vendicare >1 pontefice Lucio 111 degl’insulti de’Romani, ed a reprimere il loro furore contro la città di Tti-scolo, alla cui rovina avevano congiurato. Non avendo però potuto incontrarli innanzi a questa piazza, della quale aveano abbandonato l’assedio al suo avvinarsi, egli recossi a dare il guasto al territorio di Roma. Sennonché una mortale malattia nel corso della spedizione il colpiva; laonde fat-