DEI CONTI DI WURTEMBERG 79 suoi officiali c de’suoi sudditi non potessero venir evocate innanzi a veruna straniera giurisdizione; la seconda, che l’unica figlia di Ebcrardo fosse capace di succedere in tutti i feudi, nel caso di estinzione dei discendenti maschi. Eberardo per parte sua abbandonava all’imperatore, quale ic di Boemia, l’alto dominio sulle città e borghi di Neu-3n già ¡Norimberga), di Beilstein, di Botwar imperatore posta la città di Eslingen al bando dell’ impero, per certi motivi di scontento che ave-vagli somministrati, commise al conte di Wurtcmberg l’esecuzione di un tale decreto. Ebcrardo assediava quindi la piazza, e se ne rendeva signore, condannando gli abitatori ad una forte emenda verso l’imperatore, ed oltracciò ritirando da loro una somma considerevole per le spese della sua spedizione. Questi buoni successi lo resero ardito ad estendere le sue contribuzioni sovra le altre città egualmente imperiali del circolo di Svevia, facendole piegare a’ suoi voleri sotto il peso delle vittoriose sue armi. L’imperatore, con cui esso divideva il prodotto di queste esazioni, lo spalleggiava colla sua autorità. Ma ciò che pose il colmo al pubblico sdegno fu la licenza che si prese il capo dell’impero di alienare a prezzo d’oro le città immediatamente soggette alla sua corona. Quelle di Svevia, sdegnate in vedere che le si vendevano come gregge, senza loro consenso, nel i376 formarono fra di esse in numero di sedici per la difesa della lor libertà una confederazione, alla quale quattordici altre ben tosto si univano (Crantz., Saxon., 1. io, c. 3; Struv., Corp. Ilist. Gcrman., pag. 745). Essendosi allora l’imperatore posto in cammino per debellarle, ebbe la peggio innanzi alla città di Ulma, della quale imprese l’assedio (Chron. ELwang. ad ann. i376). Nò l’armi del conte Eberardo, che venne ad aggredirle dopo la ritirata dell’imperatore, ebbero miglior successo; poiché avendo loro ollerta battaglia presso Reutlingue nel 14 maggio i377, fu posto in rotta con perdita di molti signori del suo partito, ed Ulrico di lui figliuolo, che lo accompagnava, non potè evitare la stessa sorte senonchè colla fuga (Chron. Elwang., Wenceslao, succeduto nell’impero P anno i378 a Carlo IV suo genitore, abbracciava il partito delle cittàj wemburgo (e ni e d’Eversberg. Avendo 1’