DEI DUCIII DI BRUNSWICK-LUNlìRURGO 3ot Soltau, presso Werden, dove il vescovo d’Hildesheim riportò una compiuta vittoria. Nel novero de’ prigionieri tro-vossi anche il duca Erico con uno de’suoi nipoti, Guglielmo, duca di Wolfembuttel. Fu notato come cosa avente del singolare che codesta battaglia ebbe luogo nel medesimo giorno dell’elezione dell’ imperatorCarlo Quinto, cioè a dira nel 28 di giugno; e coloro che amavano formare presagi conchiusero che il regno di questo principe sarebbe accompagnato da turbolenze e da guerre. Nel i5ai Carlo tenne una dieta a Worms, ove il duca Erico ed il vescovo comparirono, dietro la citazione che lor fu intimata, ma noti avendo il prelato voluto soscrivere al giudizio dell’assemblea, che gli era contrario, fu posto al bando dell’impero insieme col duca di Luneburgo, il quale, affine di salvarsi dagli effetti della proscrizione, cedette i suoi domimi a’propri figli, e, passato in Francia, vi rimase fino 9! 1527, epoca della rivocazione del decreto contro di lui pronunciato. Fatto allora ritorno nel suo paese, ivi morì n«l i53a. Av.ea sposata il 27 febbraio 1487 Margherita, figlia di Ernesto elettor di Sassonia, che mancò, nel ì5'aC), dopo aver dati alla luce: Elisabetta, che sposava nel i5i8 Carlo duca di Gueldria e moriva nel 1572; Ottone d’Harburgo, che formò un ramo speciale, estinto nel 164»; Ernesto di Zeli, che or segue, autore di tutti i rami che oggi sussistono; Elisabetta, sposa di Carlo d’Egmond duca di Gueldria, siccome pure altri figli. Ei sposava, a quanto dicesi, in seconde nozze, Maria, figlia di Enrico, secondo figlio di Ulrico V duca di Wurtemberg. ERNESTO I. i532. ERNESTO, nato a’26 giugno 14977 secondo figlio di Enrico, amministrò dopo il ritirarsi del suo genitore il ducato di Luneburgo in compagnia di Ottone suo fratello, ed in seguito possedette, atteso il compartimento eseguito con esso, il ducato di Zeli. Avea egli percorsi i suoi studi nell’università di Wittemberg in Sassonia, e li stava appunto compiendo allora quando Lutero cominciò a spacciare in codeste scuole i suoi errori, di cui fu appunto uno de’ primi e più ardenti proseliti. Tornatosi nella sua