634 ' CRONOLOGIA STORICA Jl re a’6 ottobre levava da Strasburgo l’assedio per ritornarsene in Polonia ; ed il gran-mastro ebbe la gloria di aver dissipato senza insanguinare una spada il più putente esercito che i nemici avessero mai posto a fronte dell’ordine. I Polacchi attaccavano vivamente i Teutonici innanzi al concilio di Costanza; ma ogni procedura cessò quando i cavalieri, stanchi di contrastare, domandarono che in piena sessione fossero letti i lor titoli. Però i raggiri dei Polacchi impedirono a’ Teutonici di compiere questa lettura; c così il concilio nulla potè, decidere. Nel 1419 il pontefice Martino V delegava nuovi nunzi, affinchè si adoperassero a terminar? i litigi fra l’ordine e la Polonia. Inutile tornò la conferenza che tennesi a Guiewkow, perocché i Polacchi non vollero prestar orecchio a veruna proposizione. I nunzi, esaminato avendo i titoli de’ cavalieri, non poterono rifiatarsi dall’emettere un’attestazione, la quale poneva la giustizia della loro causa in tutta evidenza; ma il papa, vivamente sollecitato dal re di Polonia, dichiarò quest’atto non potere a lui recar pregiudizio, atteso che i nunzi non aveano veduti i titoli sui quali il re stesso fondava le sue pretensioni. L’imperator Sigismondo, scelto anch’egli ad arbitro fra i due partiti, giudicò la causa interamente a favore dei Teutonici cin sua sentenza del gennaio 1420. 11 re di Polonia, eh’crasi sottomesso a questo arbitrale giudizio mercè il più solenne compromesso, tentò allor pure di eludere l’effetto della sentenza, ricorrendo novellamente al pontefice; ma non volendo i cavalieri essere condotti da tribunale in tribunale ad arbitrio de’ loro avversari, protestarono con tanta maggior ragione, in quanto che l’imperatore coll’assenso delle parti aveva ordinato ch’esse pagherebbero una multa di diecimila marchi d’argento per ogni contravvenzione alla pace, non meno che per qualsiasi briga avesser potuto adoperare per ottener qualche modificazione della sentenza. Senonchè nemici più formidabili minacciavano all’ordine nuovi disastri: eran questi la divisione cacciatasi fra i cavalieri e lo spirito di indipendenza, il quale si può riguardare siccome il*germe della rivoluzione che cominciava ad estendere i suoi progressi nella Prussia. Il gran-mastro ne provò tanto rammarico, che abdicava nella quaresima del 1423.