DEI DUCIII DI MECKLEMBURGO si spogliava nel 1436 del proprio officio, ed il daca Giovanni nell’anno stesso prendeva in isposa la principessa Anna, figlia di Casimiro duca di-Pomerania ; avvenimenti chi; corsero contemporaneamente alla morte di Guglielmo, ultimo principe degli Eruli o dei Venedi a Gustrow, che non lasciava se non una figlia, di nome Caterina, che fu sposa di Ulrico II duca di Stargard. I duchi di Mecklemburgo e di Stargard convennero allora, mercè un trattato sottoscritto il giorno di santa Cecilia (22 novembre), di possedere in comune la provincia ch’era lor devoluta. Ma Federico I elettore di Brandeburgo, che vantava delle pretensioni intorno a tal successione, sì presentò innanzi all’imperatore Sigismondo per ottenerne un giudizio: il processo restò sospeso per la morte di esso imperatore, avvenuta nel 9 dicembre i4^7i i'1 eguale stato rimase sotto il regno di Alberto 11 successore del medesimo. Ciascuna delle parti volle frattanto sostener colla forza delle armi il diritto che si attribuiva; ma finalmente essendosi nel 1442 radunate a Wistock, ivi conchiusero nel giovedì successivo aJla domenica Quasimodo (cioè a’12 aprile) un trattato, ove era fermo che il principato dei Venedi resterebbe nei duchi di Mecklemburgo e di‘Stargard , ed in mancanza di credi maschi tornerebbe nella casa di Brandeburgo (Beehr, pag. 36o-362). Il duca Giovanni cessò di vivere nello stesso anno, lasciando da Anna di Pomerania, sua sposa, solamente una figlia, ch’ebbe il nome stesso della madre. , 11 duca Enrico ebbe coi principi di Pomerania diverse guerre, delle quali riuscì vittorioso; ma'ebbe tuttavia cura di mantenere ne’supi stati la tranquillità, purgandoli dai pirati e dagli altri masnadieri che andavano ad infestarli. Nel 1471 la morte di Ulrico, ultimo dticà di Stargard, riunì nelle mani di Enrico tutti i dominii della sua casa. Terminò egli stesso i suoi giorni a’ 19 marzo 1477? e venne sepolto a Dobbran: principe commendevole per le grandi prerogative di cuore e di spirito, ma il cui lustro fu alquanto ecclissato dall’eccessiva passione pei tornei, pei piaceri della gola, ed altre ruinóse ricreazioni, che gli cagionarono straordinari dispendii,a cui non potè supperireche alienando varii de’suoi dominii, con grande rammarico dei