DEI MARGRAVJ DI MISNIA. a63 gento di Freyberg, che aveva egli stesso scoperte. La sua opulenza gli gonfiò il cuore ed allargò la sua ambizione; sicchc trovandosi troppo ristretto nella Misnia, immaginò di voler invadere la Turingia, e con tale proponimento ivi acquistò varii dominii, facendovi erigere alcune fortezze, donde praticava scorrerie in tutto il paese. Luigi III langravio di Turingia non ¡scorgeva però con occhio indifferente questi atti di violenza, ma dopo aver indarno intimato ad Ottone di por fine a’suoi ladronecci, inviò per rappresaglia un corpo di genti nella Misnia, cui esse posero a guasto. Accorse Ottone colla speranza di respingerle, ma rimasto preso in una zuffa, fu condotto prigione n:l castello di Wartberg presso Eisenach, ove rimase prigione. L’abbandono delle fortezze che aveva innalzate fu i! prezzo della libertà, ch’egli ricuperava nel 1183 colla nediazione dell’imperatore Federico I (Christop. Celiar ve orig. comit. frettiti., parag. 16). Nè questa fu la soli sventura che provava il margravio Ottone. Avea egli sposata nel 1147 Edwige, figlia di Alberto l’Orso margravi? di Brandeburgo, donde gli nacquero due figli, Alberto e Thierri, nonché due figlie, cioè Adele ovvero Adelaide, maglie di Ottocare I re eli Boemia, e Sofia, ch’ebbe a mariti Ulrico, della stirpe anch’egli dei duchi di Boemia. Avea egj testata la Misnia a favore di suo figlio maggiore ed uni certa quantità di feudi all’altro cadetto, col titolo di conte di Weissenfels, quando cangiò susseguentemente tali disposizioni ad eccitamento della sua sposa , e nel luogo del maggiore pose il cadetto. Avvertito il primo di essi del privilegio che venivagli accordato, si sollevò per consiglio, a quanto dicesi, di Bernardo duca di Sassonia, di lui congiinto, ed insignoritosi della persona del padre suo, lo rinchiuse sotto buona custodia in un castello, chiedend» da esse in prezzo della di lui liberazione la conferma del primo testamento. L’imperatore Federico ne fu talmente incolleriti di codesto attentato, che ne avrebbe egli medesimo fata [esemplare vendetta, se non si fosse trovate nella necessità di dover partire per Terra Santa. Tuttavia al suo allontanarsi commise ad Enrico di supplire per esso a questo riguardo; ma Alberto, udite le minacce del giovane principe, acconsentì di sciogliere dai f«rri il di lui