DEI DUCHI DI POMERANIA 455 mici, prese partito di accomodarsi col duca di Pomerania, e b indusse eziandio a collegarsi seco per conquistare l’isola di Rugen, promettendo di cedergliela a titolo di feudo del suo regno. La spedizione riuscì conforme ai suoi desideri; ma in luogo di consegnare l’isola ai due principi, la donò a Jaromaro suo congiunto, imponendogli un tributo e il dovere di vassallo verso di lui. Questa mancanza di parola fu incentivo ad una guerra che Bogi-slao e Casirairo dichiararono a Waldemaro: *il mar Baltico fu tostamente coperto di vascelli pomerani, che corsero a depredare le coste di Danimarca, mentre Waldemaro dal Iato suo sbarcava in Pomerania, e vi commetteva gravissimi guasti. Recatosi in suo soccorso Enrico il Leone, eglino assediarono insieme la città di Julin, la pigliarono, e, bruciatane una parte, smantellarono le sue mura. Dopo tale catastrofe, ella non fu più nominata che Wollin, città povera ed oscura, che oggidì (1785) non occupa che una parte dell’antica Julin. I due principi alleati tentarono in seguito l’assedio di Wolgast, ma la piazza oppose loro una sì vigorosa resistenza, che furono costretti a ritirarsi. Fino allora la Pomerania non era stata soggetta all’alto dominio di verun’altra potenza; ma nel 1 itti, essendosi i duchi nel campo innanzi a Lubecca lasciati vincere dalle lusinghe e promesse dell’imperatore Federico I, ebbero la debolezza di acconsentire a riconoscersi vassalli dell’impero, di cui furono dichiarati principi. Casimiro chiuse i suoi giorni nel seguente anno, senza lasciare alcuna posterità. Quanto poi a Bogislao, egli, eccitato nel 1184 dall’imperatore e dal suo proprio risentimento, allestì una llotta per invadere l’isola di Rugen; però avvertito di tale disegno Assalone, arcivescovo di Lunden e ministro del regno di Danimarca, prevenne lo sbarco, e, assembrata tutta la marina danese, volò incontro alla flotta nemica, le diede battaglia e la pose in piena rotta, lncoraggito da questo primo successo, fece un nuovo armamento, e con esso sbarcò nella Pomerania, ove saccheggiati i dintorni di Wolgast, pose, ma inutilmente, l’assedio a questa città, nel mentre che Esbern suo fratello s’impadroniva di due castelli che difendevano l’imboccatura della Swine. Bogislao, se stiamo agli storici danesi, ridotto agli estremi, passava in Dani-