DEI COMI E PRINCIPI D’ A N fi ALT 3 ai Ascania, venne al punto di costringere la vedova di Ottone a concorrere con essolui per riunire l’assegno di lei vedovile alla sua chiesa. Svanito però un tale progetto, attesa l’opposizione di Bernardo, egli prese le armi per farlo valer colla forza} c questi si pose allora in istato di difesa} ma dopo varie reciproche ostilità tennersi a Quedliinburgo nel i3i6 varie conferenze, ove il vescovo d’Halberstadt si offerse di restituire ciò che egli aveva usurpato, sotto condizione che Bernardo riconoscerebbe di tenerlo sotto l’alto dominio della- sua chiesa. Ma avendo questi protestato che nulla giammai oprerebbe nè opposto ai diritti dell’impero, di cui l’Ascania era un feudo di bandiera, nè pregiudizievole all’interesse de’suoi pupilli (erano questi il proprio figlio e quello di Alberto l’Antico), si*separarono senza aver nulla conchiuso. Bernardo, essendosi con ciò guadagnata la stima dell’imperatore, ricevette di sua mano nel 1318 l’investitura dell’Ascania. La morte* però lo rapiva nell’anno stesso} ed il figlio suo Bernardo III, erede delle disposizioni del suo animo, non tardò punto ad entrare in ruggine col vescovo Alberto suo zio: si rinnovò quindi la guerra per la contrastata successione} e fu appunto la vedova di Ottone, rimaritata in Federico-conte d’Orlamunde, che ne riaccese la face col cedere nuòvamente nel i3aa il vedovile suo assegnamento al vescovo ed al capitolo di Halberstadt. Bernardo, avendo citato il vescovo col titolo di spogliazione di eredità al tribunale dell’impero, si fò investire a Norimberga nel i323 dei domimi che reclamava e di tutta la contea d’Ascania: inoltre ottenne un editto imperiale, con cui s’ingiungeva a tutti i vassalli della contea d’Anhalt d’indirizzarsi al solo Bernardo per ottenere l’investitura dei loro feudi, con proibizione di riceverla dal vescovo o dal suo capitolo. In tale stato rimaser le cose fino alla morte del vescovo Alberto, avvenuta nel i3»6} ma il capitolo, risuscitando aèlora le sue pretensioni, si ripose nel possesso di quanto egli era stato costretto a restituire, ed a fine di avere un vescovo vigoroso ed acconcio a mantenere colle sue alleanze ciò ch’erasi operato, fissò la propria scelta sopra Alberto, figlio di Alberto il Giovane, autore del'ratno di Brunswick-Gottingen, e non già di Brun-swick-Luneburgo. Il nuovo prelato corrispose alle mire di T. XVI. ui