DEI DUCHI D’HOLSTEIN 3;5 conquista della Dithmarsia, provincia che, situata fra TElba c l’Eyder, co!!’estensione di venti miglia di Alemagna al pii, eccitava la cupidigia di questi principi per la sua sonma fertilità. Però circondata da dighe ed intersecata da canali che la difendevano dalle innondazioni, ella era quasi inpraticabile dalla cavalleria ed anche assai difficile a tenersi dalla fanteria straniera. Non ostante siffatti ostacoli, i due principi verso la* metà di febbraio dell’anno i5oovi entrarono con un buon esercito: Meldorp, la sola città che esistesse in questa .contrada, cedette in pochi giorni agli asfalti ch’essi vi diedero; ma avendo eglino voluto in seguito i[inoltrarsi nel paese, si trovarono tutto a ut^tratto circondati dalle acque, di cui i Dithmarsi aveano innondata la pianura aprendo le chiaviche. Allor questi popoli piomban-d* su loro diedero una battaglia cosi funesta, che più di diecimila combattenti danesi e defl’Holstein o furono messi a brani od alfogaronsi. A maja pena poterono scampare il re e suo fratello, ripigliando in fretta la strada dell’Hol-stein cogli avanzi del proprio esercito. Èssi per altro non lasciavano dopo una ritirata cosi vergognosa di minacciare un’altra spedizione al vincitore; ma costituitesi mediatrici le città anseatiche, si strinse ad Amburgo una convenzione, per la quale i principi venivano a conservare le lor pretensioni, ed i Dithmarsi la propria indipendenza, con promessa d’altra parte di vivere reciprocamente in pace. Morto nel 21 febbraio 1513 il re Giovanni, Cristier-no li di lui.figliuolo e successore si recò nello stesso anno a Flensburgo, dopo aver colà convocato gli stati di Sleswick e d’ Holstein, affine di prender possesso *di quella parte di essi ducati che era in esso caduta. « Le grandi somme » prestate al defunto re da! duca Federico zio del nuovo » monarca e il diritto di libera elezione che si arrogavano » gli stati dei due ducati, diedero luogo in sulle prime a » parecchie contestazioni, che non ebbero per altro conse-» guenza veruna. Cristierno provava la necessità di piegare » la sua naturale alterigia a quello che richiedevano le »congiunture, sempre mai critiche sul cominciare di un » regno: egli seppo render pago il duca Federico suo zio ” con belle parole, e non si ostinò a contrastare un diritto » di elezione che alla fin fine non veniva mai esercitato,