DEI MARGRAVJ DI MISNIA ili veleno nel ua3. Aveva egli sposata, giusta Alberto di Stade, la figlia di Udone II marchese di Stade, dal quale non lasciò verun figlio. CORRADO il PIO. na3. CORRADO, conte di Wettin, uscito della prigionia dopo la morte di Enrico il Giovane, reclamò il margraviato di Misnia, siccome nipote di Matilde, figlia del margravio Eccardo. Tale infatti era la sua schiatta; prole di Tiemone e d’Ida, figlia di Ottone conte di Nordheim, eragli avo paterno Thierri, sposo di Matilde, figliuola di Eckardo I. Senonchè aveva l’imperatore Enrico V disposto della Misnia siccome d’un feudo vacante a favor di Wi-berto il Ricco e di Ermanno di Winceburgo. Lotario duca di Sassonia ed il conte Alberto spiegarono partito per Corrado, aiutandolo a discacciare i suoi competitori. Avea egli un fratello di nome Dedone, il quale, fondata nel 1124 presso Halla l’abazia di Montesereno e di Petcrsberg, parti poscia prima di averla compiuta per la crociata, lasciando a Corrado la cura di dargli l’ultima mano. Salito Lotario nel 1 ia5 al trono imperiale, continuò a proteggere il nostro Corrado. Intanto il marchesato di Lusazia rimaneva vacante nel 1136, attesa la morte del margravio Enrico, trapassato senza posterità; laonde questo principe lo preferì ad altri competitori. L’imperatore Corrado il Salico, successor di Lotario, aggiunse a questo benefizio la contea di Rochlits, che prende il suo nome dal capoluogo situato sulla Mulda, sette leghe distante da Lipsia (Chron. Montis Sereni). Il margravio Corrado accompagnava questo monarca l’anno 1147 nella sua spedizione della crociata, ed imprendeva nel 1156 un secondo viaggio in Terra Santa, tornatosi dal quale si ritirava a’9 novembre nel monastero di Petersberg, ove cessò di vivere nel 5 febbraio 1157 (1). Wichmano, (l) Il p. Barre riporta un trailo di Corrado, che verrà qui ad indicare il carattere di questo principe. Volendo Svenone re di Danimarca suo genero torsi segretamente d’atlorno il principe Waldeinaro, il cui ascendente e la cui ambizione gli davano ombra, cercò di ridurlo nelle terre di Corrado. Allorché si trovarono a Sladen nel ducalo di Brema, Svenone spacciò alcuni di sua con-