-180­ braio, aveva lasciato Venezia con un buon numero di nuove galere e con numerose truppe per il presidio di Candia. Il F oscarini aveva già retto come Provveditore Generale la Dalmazia e veniva ad assumere il generalato con intenzioni di spingere la guerra con energia, occupando prima di tutto l'isola di Tenedo, allo scopo di farsene una base per la vigi­lanza sugli stretti, in modo che le navi ivi dislocate non fos­sero mai obbligate ad abbandonare quelle acque per eseguire i rifornimenti. Disgraziatamente però alla fine di aprile ad An­dros il F oscarini si ammalò gravemente ed in pochi giorni morì (fig. 40). Questi mutamenti del Comandante in Capo furono la principale cagione che la guerra non venisse spinta con mag­gior energia. Anche gli Ottomani si trovarono nelle stesse con­dizioni finchè non venne nominato Capitan Pascià Mustafà Zurnassan che riunÌ una flotta di 60 galere, 3 maone, 30 navi e 45 galeotte mentre le navi barbaresche l'attendevano per congiungersi nell'Alto Arcipelago. Il Provveditore Generale coll'intera flotta composta di 24 galere, 6 galeazze e 25 navi a vela si diresse ai Dardanelli, dove ebbe la falsa notizia che non era probabile l'uscita in Arcipelago del nemico per quell'anno. Riunita la Consulta, venne deciso che ai Dardanelli ve­nisse lasciato il Capitano delle Navi Lazzaro Mocenigo ed il Capitano in Golfo Antonio Barbaro con 25 vascelli, 4 galeazze e 6 galere e che il resto dell'Armata andasse alla ricerca di 18 galere beylicali, segnalate nell'Alto Arcipelago, per com­ batterle e quindi stringere ' di assedio Malvasia dove, al solito, i Turchi stavano concentrando un convoglio da inviare a Candia. Il 21 giugno 1655 Zurnassan con vento e corrente favo­revole mosse per uscire dagli stretti. In testa alla formazione dispose le navi a vela, quindi le maone e in coda le galere, mentre le navi beylicali attendevano il suo passaggio al di fuori dei castelli di entrata (1), (I) Riportiamo nell'appendice seconda la relazione della 'battaglia di Guglielmo degli Azzom Avogadro comandante della «galera Trevigiana» ricavata dall'ar­chivio della famiglia. Altra relazione del combattimento esiste nei manoscritti Naniani e venne ri­prodotta dal Colonnello A. Tragni nella «Rivista Marittima D, gennaio 1913.