DEI DtJCIII DI MECKLEMBURGO di Stargard loto congiunto,, vennero a capo di dar la caccia alle genti dei due principi, dopo aver fatto prigione Cristoforo. E a sapere che la città di Wismar trovavasi già da sette anni sollevata contro i • suoi magistrati, cui aveva discacciati dietro l’esempio di Lubecca, che un egual trattamento avea fatto- a’suoi. Ma. adendoli quest’ultima ri clamati , gli abitatori di Wismar pigliarono il partito di accomodarsi coi duchi di Mecklemburgo, ch’erano già apparecchiati a muovere contro di loro con un esercito ragguardevole per riassoggettarli . Recatisi quindi a chiedere perdono a’loro ginocchi, poterono ottenerlo coll’olierire diecimila marchi d’argento del peso di Lubecca. Anche la città di Rostock avea discacciati i suoi magistrati, e s'era anche obbligata con giuramento di non assentire giammai che si richiamassero, fu quindi mestieri, per condurli, al pentimento, che le città anseatiche unissero le loro rimostranze alle minaccie dei duchi Alberto e Giovanni. Rostock finalmente richiamò i suoi magistrati (Beehr, pag. 332). Siccome i duchi d’ Holstein trovavansi allora in guerra con Erico re di Danimarca e di Svezia, chiamato in soccórso di essi da Caterina lor madre e tutrice, mentre ancor si trovavano in tenera età, assentì tanto più volontieri a co-desto invito in quanto che essa gli apprestava l’occasione di vendicare Alberto I suo avo, al qual? Erico avea strappata la corona di Svezia. Entrato quindi nello Sleswick, ov’era il teatro della guerra, con duecento cavalieri, pigliò arditamente il titolo di re di Svezia, quasi che con una debole schiera fosse sicuro di vincere Erico, clfc correva ad assediare con un’ armata innumerevole la capitale di questa provincia. Ma vedendosi ben tosto impigliato nel mezzo de’nemici, si credette troppo fortunato di ottenere la permissione di ritirarsi, col promettere con atto autentico di non tornarvi mai più, e di mantenere una sincera amicizia col re di Danimarca e di Svezia: loccliè venne stipulato a’i5 luglio i4*7i giorno della Divisione degli Apostoli, dice Beehr (pag. 33?.-333). Alberto e Giovanni suo cugino, scorgendo nel tfoi i principi degli Eruli, ovvero de’ Venedi, Baldassare. Guglielmo e Cristoforo, loro agnati, senza verun maschio erede, stesero in loro confronto a’ io febbraio un trattato per