DEI'CONTI DI WURTEMBERG ^ bidienza, così in forza delle sue armi, come per I1 affezione dei sudditi, che al suo avvicinarsi, per la più parte, gli aprirono le porte delle città. Dopo la duplice elezione che susseguì la morte di Enrico VII, Eberardo sposava il partito di Federico d’Austria. Nel i3i5 egli provò una perdita che gli fu toccantissima, quella cioè del proprio figlio Ulrico, il quale dal suo maritaggio con Irmcngarda contessa di Hohemberg lasciava un figliuolo dello stesso suo nome, nonché una figlia appellata Agnese, uscita alla luce nel 1294 1 c ^ata in isposa verso il 1318 ad Ulrico conte d’IIelfenstein, e che rimase poi vedova e passò a seconde nozze nel i326 con Corrado di Schlusselberg, dopo la cui morte si ritirò presso I’ unico suo figlio il conte di Ilelfenstcin, ove morì in una età molto innoltrata. La sua tomba trovasi a Blaubeuren. Ulrico, fratello d’Agnese e nipote d’Eberardo, abbracciando lo stato ecclesiastico, divenne canonico e poscia prevosto di San-Guido di Spira, di Sindelfingen c di Halle. Fu appunto ad esso che Guglielmo e Giovanni d’Aspcrg vendettero nel i34o la loro città ed il castello di Beilstein. Cessò egli di vivere nel 23 agosto del 1348. Il conte Eberardo acquistò nel 1317 da Corrado c Luigi duchi di Teck la città di Bosenfeld coi castelli e villaggi che ne erano soggetti; c nel 1321, coll’assenso di papa Giovanni XXII, presso il quale recossi in Avignone, nonché di Bodolfo vescovo di Costanza, trasferì la chiesa collegiale di Beutelspach a Stuttgard, ed aggiunsevi sei canonici con altrettanti vicarii. Essendo stato l’anticesare Federico fatto prigione nel 28 settembre del i322 alla battaglia di Muldorf, il conte Eberardo, che fino allora aveva per lui parteggiato, lo abbandonò, riconoscendo il di lui antagonista Luigi di Baviera. Ciò per altro gli riusciva utile; mentre Luigi, in ricognizione di questo fatto, confermava tutti gli obblighi clic Federico e Leopoldo di lui fratello s’ erano associati col conte di Wurtemberg a nome dell’ impero. Un antico litigio relativo alla dote già assegnata alla sua sposa sul castello di Reichcmberg e 11011 mai pagata, lo mosse nel • 3a5 ad assediare questa città, che apparteneva al margravio di Bade; scnonchè essendogli fallita l’impresa, il