DEI SIGNORI DI LAVAL i5i trenta grandi e trenta picciole, tre vasi d’argento da vino e due da acqua, due piatti d’argento da tramezzo, due bacini d’argento ad uso di lavarsi le mani, e tutte le corone, cappelli, anelli, fermagli, cinture e adornamenti per la sua persona ; la metà di tutti i bestiami e mandre, sette cavalli, cioè cinque pel suo cocchio, un palafreno ed un cavallo intero per Andrea di Lavai, il quale ancora possederà una spada da guerra fra le tre che vi sono. Al signore di Lavai toccherà l’altra metà di tutte le suppellettili, la coppa già spettante a San Tommaso di Can-torberi, la coppa fiorata ed altri gioielli; uno scudo d’oro, che fu anticamente del signor di Lavai, ed il cavallo già comperato da Tebaldo di Bar con tutto il suo corredo ed apparecchio ; due spade da guerra e tutti gli altri cavalli. Avrà inoltre la detta dama il. vedovile suo assegnamento in tutta la terra di Lavai. Guido, dopo essersi accomodato colla matrigna, intervenne al matrimonio conchiuso Ira Giovanni di Bretagna primogenito del conte Arturo ed Isabella figlia di Carlo conte di Valois. Erede del valore dei suoi antecessori, egli servi in tutte le guerre della Francia fino alla pace segnata nel i320, e si distinse massimamente alla battaglia di Mons-en-Puelle vinta dai Francesi il 18 agosto i3c>4 contro i Fiamminghi. „ Avendo Carlo conte d’Anjou e del Maine nel i3oi imposto un tributo pel matrimonio di sua figlia maggiore, il signor di Lavai fu nel novero di quei baroni che a questo si opposero; ma essendosi poco tempo dopo ritratti i signori di Craon e di Mayenne da tale loro opposizione, la lega si disciolse, e tostamente non rimase alcun altro oppositore, tranne che il signor di Lavai. Egli però ebbe motivo a pentirsi della sua ostinazione; perocché abbiamo un primo decreto emanato contro di lui al parlamento di Pon-toise nel seguente tenore: Pliilippus, D. gr. Francorum rex , dilectis filiis nostris Subdecano S. Martini Turon. et Scholastico A ndegavensi salutari. Requirimus nos quate-nus vocatis vocandis constiterit quod charissimus germa-nus et fidelis noster Andegavi et Cenomaniae Comes esset in possessione terrae dilecti et fidelis nostri Guidonis domini de Lavalle militis, et explectandi eam, antequarn' dictus Guido ab audientia Curiac dicti eomitis ad nostram