DEI CONTI DEL MAINE 1i3 ma venne in seguito rotto e messo in fuga ila Gerrico figlio di Ernaut il Glosso, luogotenente del conte del Perche. Un accordo maneggiato dai comuni amici poneva termine a queste ostilità. Erberto, il cui padre avea spogliato Ives signor di Belleme d’una porzione del Sonnois, regione compresa nel Maine, s’accese forte del desiderio di possedere l’altra parte di sì fatto distretto; quindi ecco un’occasione di guerra tra lui e Guglielmo I figlio d’Ives e conte del Perche. Incoraggiato quest’ultimo da Riccardo II duca di Normandia, c secondato da uno fra i più bravi cavalieri de’tempi suoi, fece testa valorosamente. Era questo cavaliere Géroic de Carte Sedaldi, il quale dalla Bretagna essendo venuto a stabilirsi nel Perche, sostenne allora per lungo tempo il conte, del Maine; ma infine fu rotto in una battaglia e costretto a darsi alla fuga. Egli tuttavia riparò a questo rovescio, ed assembrati di nuovo gli avanzi dell’esercito di Guglielmo, sconfisse alla sua volta Erberto, obbligandolo a sgombrare il Sonnois (Bouquet, toni. XI, pag. 63s, c.r Will. Gemm. et Orderico). Nell’anno 1026 Eoulques Nerra, sempre amico in apparenza di Erberto, lo trasse a Saintes, di cui era padrone, sotto colore di volergli concedere in feudo questa città; ma avutolo in suo potere ai 4 di marzo, e guidatolo quasi a diporto per tutte le parti del castello, lo rinchiuse dappoi nella più remota, intanto che la contessa d’Atijou stava trattenendo la sposa di lui. Questa però trovò un modo allo scampo, e la sua fuga salvò la vita al marito; perocché Foulques ebbe paura non forse quelli del Mans da lei eccitati si disponessero a vendicar la morte del loro conte. Erberto fu lasciato per due anni circa in prigione, in capo ai quali venne disciolto mediante un assai grosso riscatto ( Willelm. Malmesb., 1. 3). Al di lui ritorno ecco risorgere le ostilità col prelato Avesgaldo. Lo storico dei vescovi del Mans ritiene che fosse Erberto il violatore delle condizioni del trattato fra loro conchiuso. Comunque però sia la cosa, non avvisando il prelato di essere troppo sicuro nella sua città vescovile, ne uscì per ritirarsi alla ierté-sur-IIuigne, detta altrimenti la Ferté-Bernard, piazza cotanto forte da non potersi prendere che mediante un assedio formale. Erberto, chiamato in suo soccorso Alano III T. XIII. 8