DEI RE E DUCIII DI LORENA 479 guare (Chron. Sax.). L’anno 989 Gisleberta concertò una nuova defezione collo stesso Eberardo e con Enrico altro fratello di Ottone. Essi indussero il re Luigi d’Oltremare a recarsi ad impadronirsi dell’Alsazia; spedizione che gli riuscì a buon esito. Se non che richiamato in Francia pel tradimento del vescovo di Laone che stava per consegnar la città al conte di Vermandois, nemico del monarca, lasciò quel conquisto, che poco stante ritornò al re di Germania. Eberardo e Gisleberto attaccato avendo i conti Udone e Corrado che stringevano d’assedio Anderntfch, perirono entrambi, l’uno nella mischia, l’altro annegato nel Reno in cui cadde fuggendo, (Bouquet, tom. IX, pag. 38). Da Gerberga sua moglie, rimaritata nel 93g col re Luigi di Oltremare, lasciò Gisleberto il figlio che segue, ed una figlia Wiltrude che sposò Bertoldo duca di Baviera, giusta il sassone annalista. Dice Mabillon (Annal. Ben., 1.-48, n.° 43 ), che dopo la morte del suo sposo ella si fece religiosa all’abazia di Berg da lei fondata. Nel g4o Ottone sostituì a Gisleberto suo fratello ENRICO dopo avergli perdonato; ma i Loreni malcontenti della condotta di quel duca Io costrinsero non guari dopo a ritirarsi. Il giovane ENRICO figlio di Gisleberto gli fu surrogato sotto la direzione di Ottone figlio di Ricuino, giusta \Vitikind. Tutore e pupillo morirono entrambi nel 944- CORRADO detto il ROSSO, duca della Francia Renana, figlio di Werner conte di Spira e di Worms, fu nel 944 nominato duca di Lorena dopo la morte di Enrico. Egli da Witikind è qualificato (pag. 6^9), Ailolescens acer et fortis, domi militiaequc optimus, commilitonibus suis ca-rus. La sua prudenza e destrezza nel maneggio degli affari gli meritarono, giusta Luitprando (1. 4, c. 16), il soprannome di Saggio. Ottone I re di Germania, che gli aveva dato il ducato, aggiunse nel 947 a quel dono un novello favore facendogli sposare Liutgardó sua figlia (Chron. Sax.). L’anno seguente addusse per ordine del suocero un esercito di Loreni in aiuto al re Luigi d’Oltremare conira il duca Ugo il Grande e i suoi confederati (Frodoard, pag. ¿o3). Dopo avergli data mano a farsi padrone del castello f