5i8 CRONOLOGIA STORICA da quel monarca, eh’ era allora semplicemente re di Navar-ra, promessa a Carlo di Borbone conte di Soissons; ma al momento in che credevasi si recasse egli a maritarli, ritrattò la sua promessa per alcune prevenzioni fattegli concepire contra quel giovane principe. Parecchi pretendono che non volesse maritar sua sorella, e che nelle circostanze imbarazzanti in cui si trovava, la riguardasse politicamente come un’esca che offeriva ora all’uno ed ora all’altro per trarli o stringerli maggiormente ne’suoi interessi. E certo che quella principessa dicea qualche volta celiando, che suo fratello L’amata tanto, che non tolea privarsi eli lei. Il duca Enrico sposò in seconde nozze nel 1606 Margherita di Gonzaga figlia di Vincenzo I duca di Mantova, che gli diede due figlie, Nicola di cui si è detto, e Claudia maritata col principe Nicola Francesco che qui succederà. FRANCESCO IL 1624. FRANCESCO, figlio cadetto del duca Carlo IT, nato il 27 febbraio 1572, conte di Vaudemont, si fece riconoscere duca di Lorena dopo la morte di suo fratello Enrico IL Ma in capo a qualche mese abdicò a favore di suo figlio Carlo, che segue, il 26 novembre. Mori questo principe nel i632 lasciando di Cristina unica figlia di Pao- lo conte di Salm, da lui sposata il 12 marzo 15g 1, Carlo di cui si è parlato; Nicola Francesco che segue ; Enrichet-ta moglie, i.° del principe di Phalzbourg, i.u di Carlo di Guasco, ò.° di Cristoforo di Moura, 4-° di Francesco Grimaldi; e Margherita, maritata nel i63r con Gastone di Francia duca d’Orleans, morta nel 1672. Il duca Francesco II nel poco tempo in cui regnò seppe sì ben profittare del suo potere, che giunse a pagare tutti i debiti lasciati che ch’egli aveva procurata ai Gesuiti, usava sovente a cacciare allo schioppo. Avendo un giorno scorta sopra un albero una gazza che per colpirla voleva farla sloggiar di colà, la quale si mise a gridare: ruffiano. Credendo egli che fosse il diavolo il quale gli rinfacciasse il suo antico mestiere, cadde in languore, lo colse la febbre e in capo a tre giorni morì senz’ essersi potuto persuadere che quegli era un uccello domestico scappalo dalla casa di qualche vicino cui crasi insegnalo a proferir quella parola.