DEI CONTI DEL MA1NE ELIA I detto della FLECIIE. 1090. ELIA, figlio di Giovanni di Baugenci signor della Fleche, e pronipote di Erberto Svegliacane per parte di Paolina sua ava paterna, moglie di Lancellino I signore di Baugenci, prendeva possesso del Maine dopo la partenza di Ugo col titolo dell’acquisto che ne aveva fatto da lui, e come discendente degli antichi proprietari di questa contea. Boberto duca di Normandia si apparecchiava da prima a farsene possessore, ma, fosse indolenza, fosse amore dell’equità, egli tostamente acconsentì di venire alla pace; e la loro conciliazione fu così veritiera dall’una parte e dall’altra, che quando Boberto nel 1096 era sul punto di partire per la crociata, Elia si offerse di accompagnamelo. Ma come il primo aveva dato in pegno il proprio ducato al re d’Inghilterra Guglielmo il Rosso suo fratello, per aver con che sopperire alle spese della sua spedizione, Elia credette suo dovere di recarsi prima di ogni altra cosa dal monarca inglese per conoscere se fosse disposto a lasciare il Maine in riposo durante la propria assenza. Guglielmo risposegli che poteva andarsene ove più gli piacea, ma che quanto a lui avea fermo di ripigliarsi una provincia, di cui suo padre godeva il possesso all’epoca della sua morte. Dopo questa risposta Elia, cangiato avviso, rinunciava alla crociata, e tutta rivolgeva la sua attenzione a porre la propria contrada in istato di difesa. Guglielmo, dice Orderico Vitale che noi compendiamo, distratto nella guerra contro i Bretoni ed i Fiamminghi, dilìerì per due anni di mandare ad effetto le sue minaccie, ma sul cominciare del 1098, pressato dagli eccitamenti di Boberto signor di Belleme, che ponevagli innanzi come agevolissima la conquista del Maine, si pose in cammino per entrare in codesto paese. E a sapere che il signor di Belleme era già da molti anni in istato di guerra col conte Elia, il quale lo avea provocato con parecchi atti di ostilità, che di buona ragione da lui furono ricambiati (V. i signori di Belleme). Elia aveva così bene munite le sue frontiere, che ai Normanni tornò impossibile di oltrepassarle: invano assalivano il castello di Dangueul da lui poco prima innalzato. Guglielmo co-