DEI CONTI E DUCIII DI BRETAGNA 207 pinta codesta spedizione, che nel i.° ottobre io/Jo morì avvelenato, ed il suo cadavere fu sepolto nel capitolo di Fecamp. Apprendiamo dal suo epitaffio coni’esso era bello, ben fatto, assai liberale, e fornito di valore e di pietà. Egli lasciava da Berta un figlio di soli tre mesi, 0 tutto al più di un sol anno, non che una figlia nominata Avoisa poi moglie d’IIoel, che divenne duca di Bretagna; ed ebbe inoltre un figlio naturale per nome Goffredo, il quale fu conte di Rennes. Berta rimaritossi poco dopo la morte di Alano con Ugo II conte del Maine, figlio del famoso Sve-gliacane. CONANO II. 1040. CONANO, figlio di Alano III ovvero V, fu successore del padre nella prima sua infanzia, ma per Io spazio di sette anni venne tenuto in una specie di cattività dal conte Eudone suo zio, il quale s’era impadronito della sua persona e del suo governo. Ma i signori bretoni, temendo pei giorni di Conano, nel 1047 irrompevano dentro al palazzo e lo liberavano dalle mani dell’ usurpatore’. Nel-I’ anno successivo ei venne solennemente riconosciuto .a Rennes siccome sovrano di Bretagna; tuttavia ad Eudone, poiché gli ebbe promessa fedeltà, fu concesso di continuar? nella reggenza per lo spazio di altri otto anni. Conano, divenuto maggiore, entrava nel 1057 in discordia collo zio (e se ne ignora il motivo), gli presentava battaglia, e Io faceva prigioniero. Allora Goffredo, figlio maggiore di Eudone, proseguiva la guerra per cinque anni, spalleggiato nelle sue ostilità da Hoel conte di jNantes, finché nel 1062 venne conchiusa la pace. Altri vassalli di Conano si sollevarono in seguito contro di lui, ed impicciarono ne1 propri interessi Guglielmo il Bastardo duca di Normandia: seguirono quindi varie sfide fra questi due principi, ed assedii di piazze da una parte e dall’altra: quando Conano nel 1066 scorgendo Guglielmo apparecchiato a passare il mare per la conquista dell’Inghilterra, assembrò tutte le sue forze affine di piombar sulla Normandia, su cui accampava diritti come discendente del duca Riccardo I. Un tale contrattempo sbilanciava Guglielmo nei piani suoi; ma un T. XIII. 17