55o CRONOLOGIA STORICA gefredo suo zio conte di Luxemburgo. Raggiunta l’armata francese gli diè battaglia, ma rimase vinto e fatto prigioniero collo zio ed altri personaggi distinti. La città di Verdun compresa di spavento deputò al vincitore certo Gober per presentargli le chiavi, sperando con questa sommissione gli restituisse i suoi cittadini prigionieri. Lotario entrò di fatti in città e ne mandò liberi alcuni, ma trattenne Goffredo e Sigefredo, spedendoli entrambi in un castello sulla Marne per esservi rinchiusi sotto custodia di Ottone conte di Borgogna e di Erberta conte di Troyes (Bouq., tom. Vili, pag. 284-297-316; tom. IX, pag. 54-82, Spicil., in fol., tom. II, pag. 238). Durante la prigionia Goffredo soffi! uno de’ più pungenti rammarichi per la proibizione fatta da Lotario alla città di Verdun di ricevere Adalberon figlio di esso conte da essa eletto per vescovo sul finir di quell’anno 0 al principio del susseguente (Bouquet, tom. IX, pag. 67-136). Questo principe disfogò il proprio risentimento sopra Adalberon arcivescovo di Reims, fratello del conte e zio del prelato eletto, per avergli conferito gli ordini sacri e mandato all’imperatore a chiedere la conferma di sua elezione. Non avendo potuto indurlo a scomunicar suo ni-* potè, Lotario lo fece arrestare e por prigione, minacciandolo della vita (Gerbcrt, Epist. 4o-5a-58, pag. 266-283-284 ). Frattanto il giovane imperatore Ottone III sollecitato dai congiunti di Goffredo istigava il monarca francese a restituirgli Verdun e porre in libertà il conte. Vi acconsentì Lotario, ma a tre condizioni: i.° che Goffredo restituisse la città di Mons al conte Rainiero colle altre piazze che riteneva dell’Ilainaut; 2.0 che obbligasse suo figlio rinunciare al vescovato di Verdun, ed egli stesso si spogliasse della contea di quella città; 3.° che gli facesse omaggio delle altre terre cui possedeva nelle Ardenne. Goffredo ch’era di alti sentimenti non volle a condizioni sì umilianti ricevere la propria libertà, e indusse anche il famoso Gerberto a scrivere alla contessa Matilde sua moglie per esortarla a non abbandonarsi alla tristezza per amore di lui, a conservarsi fedele all’ imperatrice Teofania madre e tutrice di Ottone III, a non stringere alcun trattato colla Francia, nè sotto pretesto di procurargli la libertà, nè colla speranza di garantir dalla morte lui ed il figlio, e a ben