DEI DUCHI DI NORMANDIA 4> da David principe di Galles. Però Giovanni monaco di Mannòutier storico di Goffredo e Raule di Diceto la fanno invece bastarda e spòsa in fatto del principe di Galles. Riguardo al primo punto si può loro opporre la testimonianza di Tommaso Pactius, del pari che essi contemporaneo di Goffredo. Qaufrido pulcher, dice questo autore, Andeguvensium, Cenomancnsium, Turoniarumque comes, Normanorum dux, ex Mathilda uxore tres fdios, unarn-que jtliam gcnuerat Emnittm nomine, formosissimam, in-genuamque piae omnibus nata minimam puellam. Quanto poi al matrimonio di Emma con David, si potrebbe convenire con lui, ritenendo ch’ella sposasse il conte di Lavai in seconde nozze. Un’ antica cronaca francese attribuisce a Goffredo anche una figlia naturale di nome Adewisa, cui afferma essere stata consorte di Raule il Giovane principe di Ucols .(Bouquet, tom. XII, pag. 4^7)- L’ antico autore della vita di Enrico II re d’Inghilterra e Roberto du Mont ( ibid., tom. XIII, pag. i65-3o8) danno in oltre a Golfredo un figlio naturale appellato Amelino, che fu sposo, secondo 1’ ultimo, della contessa di Varenne vedova di Guglielmo conte di Mortaio figlio del re. Stefano. Assicurano Guglielmo di Newbridge, Giovanni Brom* ton e Gualtiero Heuimingford, che Goffredo lasciò morendo un testamento, in .cui disponeva clic la sua succfssione, tranne Chinon, Loudun e Mirebeau che do^eano passare a Goffredo suo secondogenito, restasse tutta nelle mani di Enrico suo primogenito, per tornare poscia in quelle di Goffredo, allorché Enrico fosse entrato in possesso della materna eredità, eh’è quanto a dire dell’Inghilterra e della Normandia. E comj Enrico era in que’giorni assente, il conte, soggiungono essi, fece giurare i prelati ed i signori ivi presenti, che non darebbero sepoltura al di lui cadavere prima che questo principe avesse anch’egli giurato di uniformarsi a tali disposizioni. Enrico alla sua venuta stava in forse, secondo loro, per qualche tempo se prestar dovesse tal giuramento, ma l’ignominia di lasciare insepolto il genitore, e la paura di alienare da se 1’ animo dei suoi vassalli, gli strappalo finalmente quest’atto di sommissione. M. Ilume riguarda tale racconto siccome falso, perchè Giovanni di Marmoutier nella storia del conte Gof-