DEI CONTI POI DUCIII DI PENTHIEVRE 341 zione delle crudeltà praticate dalle sue genti sopra gli abitatori di Blavet, oggigiorno Port-Louis, dopo averla presa d’assalto nell’11 giugno del i5()o. Nè meno egli fece mostra di perfidia- consegnando nell’ottobre seguente questa piazza agli Spagnuoli, coi quali era da qualche tempo in trattative, perchè loro servisse come piazza d’asilo: così Ungendo di agire pel comun bene della lega, non si adoperava clic a fondare la propria fortuna. Coloro però clic più lungi vedevano non tic rimasero già ingannati. Un consigliere nel parlamento di Rennes ebbé un giorno a dirgli: Non è egli vero che voi sognate di farvi duca di Bretagna? — lo non so, rispose egli, se questo sia un sogno; ma mi dura già da dieci anni. Ci si assicura inoltre, ch’egli .portò le sue vedute più lungi, e che agli stati della lega osò collocarsi nel posto per essere eletto re. Ma Enrico IV fece svanire queste chimeriche sue pretensioni; e dopo aver sottomesse tutte le altre parti del suo regno, s’accostò finalmente nel i5y8 alle frontiere della Bretagna. Lo spavento s’impadroniva allora del duca, che in luogo di pensare a difendersi, inviò prontamente la madre e la sposa incontri al monarca, perchè tentassero di piegarlo. Elleno trovaron la corte .ad Angers, e si diressero dapprima a Gabriella d’ Estrées, la quale infino allora era stata segno del loro disprezzo. Egli fu un trionfo hen lusinghièro per codesta favorita il vedere a’ suoi ginocchi quelle fiere due principesse struggersi in lagrime, e pregarla di aggradire il matrimonio di madamigella di Mer-coeur, la più ricca ereditiera del regno, con Cesare duca di Vendome, ch’ella avea partorito da Enrico IV*(i). Fu- (1) Siccome allora Cesare di Vendome non contava che quattro anni e madamigella di Mercoeur soltanto sei, si contentarono, di fidanzarli} ma nel 1609, allorché fu mestieri procedere al matrimònio, la madre e l’ava di lla giovane principessa, entrambe aventi 1’asseguo vedovile sopra Mercoeur,, manifestarono .amar meglio di dare la figlia e nipote loro al principe di Con.de, che ad un figlio legittimato del monarca; ed inspirarono anche a quest’ultima una sì grande ripugnanza per lo duca di Vendome, eh’essa non volea sentirne parlare. Enrico IV, cui queste nozze stavano sommamente a cuore, restò vivamente punto da tale cangiamento di disposizioni. Minacciava da prima, e scorgendo che le minaccie per nulla valevano, negoziava dappoi col mezzo del p. Cotton assai perito nell’arte di maneggiar