DEI DUCHI DI NORMANDIA 35 per via di una figlia naturale di R.obcrto, affine che lo educasse. Enrico nel 1108 glie lo richiese, ma Elia temendo la libertà del suo allievo, lo condusse presso i suoi amici di castello in castello, finché giunse dal.conte d’Anjou, che gli porse asilo, e lo destinò a proprio genero. Pareva che le nobili prerogative- di questo giovinetto, sviluppandosi in lui coll’età, gli promettessero una sorte felice ; ma egli non* potò mai giungere a ricuperare la Normandia, benché fosse protettola molti signori, e massime da Luigi il Grosso re di Francia, che tentò varii esperimenti per rialzarlo, ma sempre invano. Compreso da dispiacere delle sventure di Guglielmo, quosto monarca cercò di addolcirle per quanto il poteva, e nel 1126 gli donò il Vexin francese contenuto tra l’Epte e l’Oise. Morto senza discendenza nel 1127 Carlo conte di Fiandra, Luigi .dichiarò Guglielmo erede di questa contea e iie lo pose in possesso* (Vedi i conti di riandrà). La madre di questo principe, secondo Ordcrico V itale, non che'il continuatoi'c di Guglielmo- di Jumiflge, era morta di veleno nella quaresima del no3 (V. S.). Un moderno ci addita di questo avvelenamento una causa che onora egualmente ed il duca Roberto e‘ sua moglie.'« Ro-» berlo, dice egli, essendo 'rimasto ferito da una freccia «•avvelenata, fu dai medici sfidato, se per avventura non » fossevi alcuno che prontamente gli succiasse la piaga. n Moriamo dunque , diss’ egli, io non sono sì ingiusto e » si crudele da sofferire che alcuno si esponga a morire » per me. La principessa Sibilla colse il tempo del suo n sonno, e succiata la piaga" perdette la-vita per ridonarla » al marito » (Saint-Foix, Essai sur Paris, tom. Ili, pagt 19). E peccato che un sì bell’ aneddoto non si ritrovi in veruno scrittore contemporaneo, mentre anzi Guglielmo di Malmesburi nel Bouquet tomo XIII, pag. 8, attribuisce la morte di Sibilla ad altra causa che non é il veleno, perocché narra che dopo il di lei parto la levatrice, scor-'la aveva una soverchia abbondanza di latte, strettamente con lamine j una malattia, donde ella perì. Checché ne sia, la duchessa venne sepolta nella cattedrale di Rouen. « Era questa, dice Orderico, una ” principessa, che all’ esterna grazia univa una -condotta arrestar mammelle sì