DEI CONTI D’ANJOU 71 Borgognone, baron di Sable terzo iiglio di Rinaldo I conte di Nevers. Volendo porre ad effetto una tale bravata, egli entrava alla testa dello sue genti nelle terre del duca, inoltrandosi fin sotto ad Angers ; ma non appena ebbe inteso che Gotiredo Martello accorreva in soccorso della piazza «ensò meglio di ritirarsi in un posto vantaggioso fra il laine e la Sarte. Il conte lo raggiungeva, e tosto s’impegnava battaglia. Guerino mosse difilato' colla lancia bassa contro Roberto il Borgognone, cui aveva appostato : ma la lancia si spezzava fra le armi del nemico senza punto ferirlo. Quella in vece del borgognone lo passò da parte a parte, rovesciandolo a terra presso che morto; mentre spirò poco dopo in quello che lo si traduccva a Craon. Giunfo in questa città, Gollredo ne donò la signoria al vincitore di Guerino, solamente per se riserbando il priorato'di Saint-Clement di Craon. Guerino però lasciava un’unica figlia di nome Berta, già vedova di Boberto di Vitre; Roberto il Borgognone aveva pur egli perduta Avoisa di Sable sua sposa ; quindi all’ oggetto di assicurargli il tranquillo possesso del dono, Gollredo gli fece sposare la figlia di Guerino, e lo rese in tal modo uno fra i più potenti signori anjouini ( MenageHisU de Sable; pag. i20-ia3; Morice, Jlist. de Bret., tom. I, pag. 73-74). Continuiamo la storia di Goffredo Martello. Per quanto egli fosse esperto nel mestiero dell’armi, la vittoria non sempre coronò le sue spedizioni. Avendo una volta osato di armarsi contro il re Enrico, suo signore feudale, questo monarca lo costrinse colle sue vittorie e conquiste a dimandare la pace. Allora il conte d’ Anjou volle vendicarsi della sue perdite sopra Guglielmo duca di Normandia, che contro di lui avea servito il monarca, ma neppur qui ci trovò il suo conto. La presa di Domfront e d’Alencon, che non ebbero a costargli più che la pena di corrompere i principali abitanti di queste due piazze, pose in lui veramente grande .speranza di estendere molto le Sue conquiste in quella contrada; ma ella non fu che una mera illusione, ed il duca non tardò gran fatto a trargli il ruzzo del capo. Guglielmo pose l’assedio ad Alencon, e la strinse così di lorza che'gli assediati furono ben tosto agli estremi. Non mancava Goffredo di accorrere in loro aiuto; cd intanto