1CRONOLOGIA STORICA castello di Nantes appo il duca di Mercoeur. Fu poi nel 1542 eh’ ei venne armato cavaliere dal re Francesco I, il quale in pari tempo gli conferì il collare dell’ ordine di San-Michiele: e codesta cerimonia si eseguì con un corredo, di cui egli mandò la descrizione alla sua sposa, aggiungendo nella sua lettera coni’ ella poteva d’allora in poi qualificarsi qual dama. Perocché giova sapere che anticamente questo titolo non ¡spettava che alle mogli dei cavalieri: le altre donne invece, per quanto nobili elle si fossero, non venivano appellate che damigelle. Ciò non ostante si scorgono atti e conti della famiglia di Lavai posteriori al cavalierato di Guido XVII, in che Claudia sua sposa viene per anco appellata madamigella. Tale era la magnificenza con cui questo conte viveva, che le di lui rendite, tuttoché molto estese, non bastavano a soddisfarnela : lasciò quindi morendo ragguardevoli debiti, il cui pagamento assorbì il prezzo de’suoi mobili e gioielli, i quali vennero venduti poiché ebbe cessato di vivere. Claudia, la vedova di Guido, fatto ritorno in Guienna, venne colà ricercata da Carlo di Luxeroburgo visconte di Martigues, il quale potè ottenere la di lei mano. Si reputa, dice D. Vaissete, che Claudia di Foix morisse di parto nel 1553, ma egli è fuori di dubbio essere la stessa morta fino dal a3 febbraio i54o (N. S.). GUIDO XVIII. 1547. GUIDO, appellato già prima Luigi di Sainte-Maure,' capo del nome e delle armi di questa illustre famiglia, marchese di Nele, conte d’Joigni, succedette nel 1547 nella contea di Lavai, nella baronia di Vitré e nella viscontea di Rennes dal canto di sua moglie Renata di Rieux nipote di Guido XVI per parte di Caterina sua madre, moglie di Claudio di Rieux conte d’Harcourt, il quale l’aveva sposata nel 1546 (V. S.). Renata divenuta contessa di Lava], siccome il suo sposo, cangiò di nome, assumendo quello di Guionne XVIII, ed in sè pure concentrò nel i548 la successione di Claudio di Rieux unico suo fratello che moriva in quest’ anno privo di figli. Tante dovizie per altro non la resero per nulla felice: invanita dell’alta sua for-