DEI CONTI E DUCIII DI BRETAGNA 293 t’armi, e trentamila lire di rendita che possedeva, e che allora costituivano un’entrata sommamente rilevante. Dicesi che non viaggiasse giammai, senza trarsi dietro delle frotte di cucinieri, di musici, di danzatori dell’ uno e dell’ altro sesso, di mute di cani, e di duecento cavalli da maneggio. Sventuratamente egli avea creduto di dover far entrare nel suo corteggio de’pretesi indovini e maghi, e ciò fu cagione che gli s’imputassero tali orrendi fatti, di cui forse non era punto colpevole (Lect. des Liv. Frane., voi. F, pag. 221). Il duca Giovanni cessò di vivere il 28 agosto i442 nel castello della Touclie presso di Nantes giustamente compianto da’suoi soggetti. Era egli il più bel principe d’Europa; magnifico nelle sue vesti, ne’ suoi mobili e nel suo trattamento, cortese nelle sue maniere, giusto c caritatevole, non peccava che di troppa pieghevolezza e bontà. Da Giovanna sua sposa, morta il 20 settembre i433, esso ebbe tre figli maschi: cioè Francesco conte di Montfort, Pietro conte di Guingamp, clic sposò nel 1432 Francesca d’Am-boise, c Gilles signore di Chantocé; non che una figlia, Isabella di Bretagna, che si unì in matrimonio con Guido XIV primo conte di Lavai, il quale ebbe da essa tre figli maschi e cinque femmine. Il corpo del duca Giovanni venne sepolto nella cattedrale di Nantes, d’onde fu in seguito trasferito in quella di Treguier, ove egli stesso avea scelta la propria tomba. FRANCESCO I. 1443- FRANCESCO, figlio di Giovanni V e di Giovanna di Francia, nato nel i4io, succedette al padre il 28 agosto 1442. Egli attese la venuta d’isabella figlia di Jacopo I re di Scozia per compiere il solenne suo ingresso. Dopo la ceremonia del suo matrimonio con questa principessa, celebrato il 3o ottobre dello stesso anno, egli prendeva la via di Rennes, ed il 6 di dicembre discendeva nell’abazia di Saint-Melaine: di là si recava un giorno appresso alla cattedrale, ove in pari tempo lo si coronava dal vescovo, e creavasi cavaliero dal contestabile di Richemont. Nel i444 egli si rendeva agli stati generali, ove cogli ambasciatori d’Inghilterra fu couchiusa una tregua, clic dovea aver prin«