DEI CONTI E DUCIII DI BRETAGNA intorno a varii danni di cui domandava risarcimento. Intanto la tranquillità era sbandita dal suo ducato, mentre la tirannide che vi esercitava il suo ministro Landois, che da semplice sarto era giunto per gradi a tale posto eminente, eccitava lo sdegno dei grandi e del popolo. Una delle scelleraggini che meno gli si potè perdonare era la morte del cancelliere Chauvin, uno fra gli uomini più virtuosi della Bretagna, cui sopra una falsa accusa nel 1482 avea lasciato perir d’inedia in prigione. Procedendo di giorno in giorno a nuove vessazioni verso coloro che gli met-teano sospetto, 0 di cui invidiava la fortuna, ridusse finalmente agli estremi la pazienza dei Bretoni, i quali costituitisi in un corpo d’armati sotto la guida del signore di Guémené, non che di altri signori, s’impadronirono di varie piazze. 11 duca ad istigazione del suo ministro emanò contro la lega lettere-patenti, cui Cristiano, il nuovo cancelliere, sebbene aderente a Landois, negò di ratificare. 11 popolo di Nantes, ove il duca risiedeva, udita questa novella, si radunava in truppa e correva al castello. 11 conte di Foix già spedito per acquetare la sedizione, ritornando al duca gli disse: Monsignore, io vi giuro che amerei meglio esser principe di un milione di cinghiali, che di tal popolo, (j itale sono i vostri Bretoni, E? mestieri cito lasciate il vostro tesoriere (era questi il ministro), altrimenti siamo tutti in pericolo. Giunge poco dopo il cancelliere, e manifesta al duca com’egli è costretto di arrestare Landois, supplicandolo di non opporvisi. Il duca vi acconsentì dietro la promessa fatta dal cancelliere che renderebbe giustizia al suo favorito. Posto in mano a questi giudici, eh’erano in pari tempo la parte avversaria, Landois nel 19 luglio i485 fu condannato ad essere appeso, senza che il duca il sapesse; locchè si eseguì nello stesso giorno. La morte di Chauvin fu il solo delitto del quale costui si confessasse colpevole. Il duca intendeva con assai vivo rammarico quella del suo ministro. Egli, radunati a Nantes gli stati, con lettere-patenti del 22 settembre dichiarò ivi sedentario il suo parlamento (Morice Meni., tom. Ili, col. 47®)- Il conte di Comminges ed il principe d’Orange, principali autori della mina di Landois, entrarono in di lui vece presso il duca Francesco II, che li nominò suoi luo-