DEI COÌTI DI FIANDRA
a questo clono nel 1012 aggiunse eziandio le isole di vV<d-clicren e tutta la Zelanda al di qua dell’ Escaut; d’onde poi nacque una lunga questione fra i Fiamminghi e gli Olandesi.
     Nel 1027 Baldovino, figlio del nostro conte, che nel precedente anno aveagli data in isposa Adelaide figlia del re Roberto, si ribellò contro il padre, e cacciatolo dai propri stati, lo costrinse a cercare un asilo presso Roberto duca di Normandia. Ma questo principe, fatta leva di genti, le condusse in Fiandra, ed obbligò il figlio ribelle a chieder grazia a suo padre che trovavasi ivi presente, ritornandosene nel io3o dopo averli insieme riconciliati (fVill. Gem-mct). Nel io36, giusta Meier, il conte Baldovino mori a Gand il 3o maggio, ed il suo cadavere fu sepolto nella abazia di Blandigni. Lasciava da Ogive figlia di Federico conte di Luxemburgo sua prima moglie, che mancò il 21 febbraio io3o, Baldovino di cui or parleremo, ed Ermen-garda, che fu moglie di Adalberto conte di Gand (Ducitene Genealog. de la maison de Gand., pag. n 12). Eleonora figlia di Riccardo li duca di Normandia, sua seconda moglie, non gli partorì verun figlio. Questo principe era grande c di belle forme. Fu egli che cinse Lilla di muraglie e di fosse (Bouquet). Erimano di Tournai (De restaui'. S. Mart. Tornac.) ci riferisce un aneddoto considerevole intorno a codesto principe. Arduino vescovo di Noyon, avendo fatto spianar una torre che il re Roberto possedeva a Noyon, atteso che il castellano che ne avea la custodia voleva dominare nella città, incorse per tal motivo nello sdegno del monarca, che dalla sua corte lo fece condannare al bando. 11 vescovo, per pacificarsi seco lui, ricorse allora al conte di Fiandra, promettendogli di dargli in feudo per tre generazioni dodici altari eh’ ei possedeva in Fiandra. Baldovino potè infatti riconciliar il vescovo col monarca, e godette per conseguente dei dodici altari, che poscia subinfeudò ai suoi baroni. Questo conte viene riguardato siccome il fondatore del commercio in Fiandra, per facilitare il quale egli stabilì delle fiere in varie città; istituzione che fu ben tosto imitata dagli altri principi del Belgio.