io6	C. S. DEI CONTI D’ANJOU
rono grandi ed alti affari, tanto nd nostro regno che in altre contrade; affari che siccome degni di memoria furono redatti e scritti nella detta camera, che a noi torna assai piacente e gradila,• per la quel cosa non amiamo di rimuovere questi scritti o porli altrove frammisti ad altri, nè ci riesce utile od aggradevole il fare intorno ad essi verna cangiamento, essendo ch( nella detta camera si possono a tutte V óre ritrovar prontamente assai lettere, carte, inscrizioni e bei fatti, dagli officiali di essa ridotti in iscritto, e collocati, come dicemmo, in buono ed utile ordine .... e per tali motivi ed aìtri ancora, che a ciò ne spingono, abbiamo di nostra autorità e potere, mercè, reale editto, deliberato, conchiuso ed imposto .... che la detta camera starà e durerà sem/re in Angers (Trèsor des chartes, tom. II, pag. 61). L’injou, unito irrevocabilmente alla corona, non fu in seguito se non che nn titolo di appanaggio riserbato ai figli cadetti de’re francesi; ed appunto sotto un simile titolo Carb VIII Io possedette, vivente ancora suo padre. In seguita Francesco I donò l’An-jou alla propria madre; ma quella volta noi fu a titolo di appanaggio; perocché rispetto t tal donazione, la defi-nizion medesima di questo vocabolo «e esclude l’idea. I quattro figli di Enrico li portarono successivamente il titolo di duchi d’Anjou: per egual modo Luigi XIV lo concesse a due tra’ suoi figli, che mancarono in fresca età, e finalmente Filippo V re di Spagna e Luigi XV prima di salire al trono, non meno che un figlio di quest’ultimo, si ornarono del medesimo titolo.