DEI SIGNORI DI LAVAL .43 coi signori di Mirebeau, di Parthenai, di Sablé, d1 Amboise, nonché con altri vassalli dell’Anjou contro Goffredo Pian-taginestra, clic nella detta contea d’Anjou avea poco innanzi succeduto a Foulqucs il Giovine suo genitore. Goffredo si recava subitamente ad assediarlo nel suo castello di Men-lais, rovesciava le mura della piazza, ne sforzava le porte, e giunto fino alla torre, la demoliva radendo poi interamente al suolo tutto il castello. Tuttavia per un sentimento d’umanità salvò la vita ai cavalieri che lo aveano difeso, traendoli dalle mani dei vittoriosi soldati già presti ad ¡sgozzarli. Guido allora, gettatosi ai piedi del conte, venne a capo di piegarlo e di ottenere il perdon'o. Tal è il racconto di Giovanni monaco di Marmoutier, di cui non assicuriamo tutte le circostanze : ed ecco invece qualche cosa più certa. Roberto di Vitré, figlio d’Andrea di Vitré e di Agnese di Mortain, essendo stato scacciato da Conano il Grosso conte di Brettagna, trovò un asilo presso il signore di Lavai suo cugino germano, il quale gli prestò i suoi castelli e le sue fortezze della Gravella e di Launai, perchè fosse in istato di praticare da quei luoghi dei tentativi sopra Vitré, di cui il conte erasi impadronito. Conano però venne a capo di togliere a Boberto la protezione del signor di Lavai, donando ad esso ciò che nomavasi il feudo di Vitré a Benncs, eh’ è quanto a dire la viscontea di Reu-nes. Boberto, mentre perdeva questo alleato, ne trovava un altro più possente e più fedele nella persona del conte di Anjou. Il signor della Guerche di lui cognato e Tebaldo di Mathefelon di lui genero l’aiutarono essi pure colla loro persona e colle loro truppe-, ond’egli con tali soccorsi pose termine n'el ii43 ad una guerra di otto anni mercè una vittoria, il cui frutto fu la ricupera della sua terra di Vitré.Guido’di Lavai, che chiuse i suoi giorni verso il i(4^ e venne sepolto a Marmoutier, lasciò da Emma sua sposa, che più anni gli sopravvisse e fu tumulata nell’abazia di Clàirmont, Guido che seguita, Amone che recatosi nel 1158 in Terra Santa vi operò cose le cui particolarità avrebbero meritato di passare ai posteri, ed Emma abadessa di Roncerai.