DEI CONTI DEL MAINE 123 rono Ugo figlio del marchese Attone, che dall’Italia, giusta il romanzo di Rou, era venuto a stabilirsi a Langres, ed alla Chartre-sur-Loir lo proclamarono conte di Maine. Elia avvertito che giungea Ugo, ridona la libertà al vescovo Hocl non senza avergli data soddisfazione (Ada Ccnoman. cpi-scop. ibid.). 11 prelato non guari dopo per rendere consapevole il duca di quanto passava nel Mans si recò nella Normandia, ma Roberto lo consigliava a lasciar fare agli abitatori del Mans, perchè non costringessero lui medesimo a prestare omaggio al novello conte (S. Marc. Abr. de l’ Hist. d’Ital., tom. IV). Mentre è lungi il prelato, Ugo fatto il suo ingresso a Mans s’impadronisce del vescovile palazzo, e se ne appropria tutti gli effetti. Non osando il vescovo al suo ritorno di rientrare in città, si soffermò nell’abazia di Saint-Vinccnt che giacea nel sobborgo, d’onde spedi messaggi per trattare con Ugo. Ma esigendo questi che, se voleva essere accolto, riconoscesse da lui il suo vescovado, il prelato non seppe risolversi a questo passo, ed invece si recò in Inghilterra dal re Guglielmo II per indurlo ad intraprendere la conquista del Maine. Fatto poscia ritorno in capo a quattro mesi senza aver nulla ottenuto, si ritirò nel monastero di Solerne presso a Sablè (Bouquet ibid.). Ugo intanto diportavasi da tiranno nella città di Mans, ponendo a ruba gli averi del vescovo e di tutti quelli che erano allo stesso aderenti : talché parecchi canonici, temendo ch’egli non ponesse mano al tesoro ed ai vasi sacri della cattedrale, li trasferirono nell’asilo del loro vescovo. Stanco alla fine il popolo di Mans dell’esilio del suo pastore, e dell’ interdetto che scagliato aveva sulla città, dal mormorare passò all’ aperta sedizione. Ugo per tranquillare il tumulto si affrettò di pacificarsi col vescovo, il quale entrava in Mans quasi in trionfo il 28 giugno iogo, giorno della vigilia de’ss. Appostoli (ibid.). Il disprezzo che i cittadini d’allora in poi manifestarono verso il loro conte, lo indusse al partito di abdicare, ed in forza di tale disposizione egli vendette la sua contea per la somma di diecimila soldi d’oro ad Elia della Fleche suo cugino ; ed indi abbandonato il paese, partì di nuovo verso l’Italia. Ecco l’ordine della sua storia. 11 Muratori (Antich. Est.} c. 27) riporta una convenzione,