-327­ « Butrinto. Alla testa risiedeva il Capitan Pascià colle Navi « più poderose della sua Divisione; ed alla coda con quelle « men poderose. L'Almirante nel corpo di battaglia e tra gli « intervalli di quelle Sultane vi si vedevano le Capitane barba­« resche con altri Vascelli di minor rango. « Non guardandomi indietro per non confondermi, con « 27 sole Navi in gran parte deboli, attesi a servirmi della con­« giuntura per piombar addosso ai nemici. Il vento era al « Maestro fresco che dava piuttosto volo che cammino all'Ar­« mata che secondo l'ordine di battaglia procedeva con un assai « regolato cordone. In poco tempo mi trovai sul fianco del Ca­« pitan Pascià, il quale in grazia alle attenzioni mie per radere « le terre dell'isola, dovette a fronte dei suoi sforzi per guada­« gnarselo vedersi sempre sottovento. Quando fu in vicinanza « ho scaricato sopra di" lui le mie batterie, scaricando egli an­« cora le sue sopra la mia Nave che poco però se ne venne a « risentire, perchè sbandata la sua Nave dal vento che la fa­« ceva piegar sotto le vele. Nel tempo stesso la coda della pub­« blica Armata attaccò la coda dell'Armata turca. Vedendo il « Capitano Pascià che egli si affaticava inutilmente per montare « sopravento alla mia Nave, prese l'espediente di rovesciare con « le sue Sultane verso la coda. lo ho egualmente rovesciato « con le Conserve per soccorrere la mia coda, momento in cui « la battaglia cominciò a dichiararsi per la pubblica Armata. « Quando io mi trovai alla coda ed il Capitan Pascià anch'esso « si è trovato alla sua, mancavano quasi due ore alla sera; e « in' quel sito mettendomi fra le Navi più impegnate e le Sul­« tane, sostentai la più calda ed atroce fazione che venne poi « a finire alle ore una di notte, ridottisi li nimici tutti in un fa­« scio nell'insenata di Butrinto senza nè vento nè spazio per « più dilatarsi. « La disgrazia volle che mancasse non sò debba dir l'oc­« chio oppure il cuore ai nostri brulotti per non vedere ed ob­« bedire al segnale da me opportunamente spiegato di andar I( ad investire ed attacarsi ai nimici e per cogliere in un tanto I( disordine del nemico una compiuta e segnalata vittoria. « Il vento intanto era interamente cessato e si era ridotto « ad una. calma perfetta. Le correnti in quella notte trasporta­« rono l'Armata in modo che al mezzodì del giorno seguente