DEI DUCHI DI NORMANDIA RICCARDO I soprannominato SENZAPAURA. 943. RICCARDO, nato nell’anno 933, succedette a suo padre Guglielmo sotto la tutela di quattro signori eletti in una adunanza dalla nobiltà di Normandia c di Bretagna. Allorché Luigi d’Oltremare re di Francia pochi giorni dopo la sua inaugurazione si recò a Roueu, dove lu accolto con grandi onori, fece venire dinanzi a se il giovane duca, manifestando a’di lui tutori l’intenzione che aveva di con-durnelo seco per farlo educare sotto a’ propri occhi con altri signori della medesima età. Ma sparsasi questa novella per la città, seminò il disgusto in tutti gli abitatori, i quali mcschiati ad alcune bande di armigeri, entrarono furiosamente nel palazzo colla spada alla mano per opporsi al divisamento del monarca. Il loro furore però s’acchetava al vedere Riccardo, cui il re teneva fra le sue braccia, come appunto un padre terrebbe il proprio suo figlio, promettendo di loro restituirlo tostochè gli avesse data una educazione conveniente a’ suoi natali ed alla sua destinazione. Per levar poi da’ loro animi ogni ombra di diffidenza Luigi concesse al giovanetto l’investitura della Normandia, non senza prima aver da lui ricevuto l’omaggio ed il giuramento di fedeltà. I Normanni allora acconsentirono, lasciando ogni diffidenza, ch’egli partisse alla volta di Laone col monarca, il quale giunto in questa città riceveva da Arnoldo conte di Fiandra un presente di diecimila lire in oro insieme con una lettera, nella quale lo consigliava di rinchiudere il giovane duca in una stretta prigione, di bruciargli i garretti, ed in seguito romper guerra ai Normanni per costringerli a tornarsene nel paese donde erano usciti. Riccardo, vedendo cangiato l’animo del re a suo riguardo, per consiglio di Osmondo suo aio si finse ammalato. Profittando poi della trascuranza delle guardie che custodivano il suo signore, questo fedele servo, dopo averlo trailo dal suo letto c ravvolto studiosamente in un fardello di masserizie, lo recò sulle proprie spalle fuori della città; indi avendolo posto sopra un cavallo, lo condusse prestamente a Couci, e di là a Senlis {IVillchn. Gcmmct.). Luigi scorgendosi così deluso, si concertò con Ugo il Grande per