DEI CONTI D’ ANJOU 89 nella crociata, ebbe parte ne1 suoi infortiinii del pari che nelle sue vittorie in Egitto, e fu preso con essolui e col fratello Alfonso dagl’infedeli nel 4 aprile ia5o. Il monarca, ottenuto ch'ebbe nel 5 maggio seguente il loro riscatto ed il proprio, giudicò ben fatto di rimandarlo in Francia per consolare la regina lor madre. Carlo nel ra54, od in quel torno, ebbe un contrasto con Goffredo di Lodon vescovo di Mans a motivo del giuramento di fedeltà eh’ ei da esso esigeva, e che il vescovo intendeva di dover solo al monarca. La morte di Goffredo avvenuta nel 2 agosto 1255 lasciò questo affare indeciso; ma esso ricominciò nuovamente sotto Guglielmo Rolando di lui successore nel vescovado. Finalmente il re con sue lettere dichiarò sciolto il vescovo di Mans dal giuramento di fedeltà verso il conte del Maine. Carlo, divenuto re di Napoli e di Sicilia in conseguenza della vittoria riportata nel 1266 su Manfredi suo rivale presso di Benevento, e spogliato dappoi nel 1282 della Sicilia in forza dei vesperi siciliani, morì a Foggia nella Capitanata il 7 gennaio 1285 (N. S.), lasciando da Beatrice di Provenza sua sposa quattro figli, di cui il maggiore fu Carlo che segue. Questo principe non era a gran pezza di coscienza delicata quanto il re suo fratello. Narrasi in proposito che un particolare del-l’Anjou possedeva in questa provincia un dominio che Carlo bramava acquistare siccome quello che quadravagli a meraviglia. Ora rifiutandosi il proprietario di rinunciarlo, gli ufficiali del conte se ne impadronirono a suo nome pagandone il prezzo; ma il re San Luigi avvertito di questa violenza ordinò che il podere fosse al particolare restituito, giacché non voleva nè venderlo nè permutarlo, con divieto che non potesse nell’avvenire essere mai più turbato nel suo possesso ( Vie de Saint Louis, par le conf. de la reine Marg., pag. 38o). Carlo fu posto sulla buona via da San Luigi anche in un’altra occasione. Aveva egli vinta una lite contro un cavaliere, ch’era zio del conte di Vendome; ora avendo questi appellato contro tale sentenza, lo fece porre prigione rifiutandosi di liberarlo non ostante i pressanti eccitamenti degli amici del cavaliere. Ma uno scudiere di esso trovò modo di far presentare a San Luigi una supplica, nella quale gli esponeva minutamente l’affare. Il mo-