DEI CONTI POI DUCHI DI VENDOME 607 credito che per fare del bene. Scorgendo esso l’abazia di Saint-Maur-des-Fosses caduta nel rilassamento, la domandò al re in commenda colla mira d’ introdurvi una riforma , ed ottenutala vi fece venire San Mayeul abate di Cluni con parecchi de’suoi religiosi, che adempirono a meraviglia le intenzioni del conte. San Mayeul dopo avere ristabilito il buon ordine a Saint-Maur, prese commiato dalla sua colonia che ivi lasciò e fece ritorno a Cluni. Fra i beni che Bouchard donò a Saint-Maur duopo è noverare anche la terra di Neuilli-sur-Marne; e l’atto di questa donazione in data XIII delle calende di maggio 998 fu sottoscritto da Bouchard, da Elisabetta sua sposa e da Rinaldo lor figlio (Dubois, Hist. Eccl. de Paris, tom. I, pag. 621). 11 re Roberto figlio e successore di Ugo Capeto ereditò dal padre anche gli stessi sentimenti verso il conte Bouchard; onde avvenne che Eude il Sciampagnese poscia conte di Blois, geloso de’favori che ei riceveva, entrò ar-matamano nelle sue terre nel 999 e gli tolse il castello di Melun per tradimento di Gualtiero governator della piazza non che della moglie di lui eh’ egli avea col denaro corrotti. A questo proposito dice l’abate Velli, che nell’impadronirsi di Melun era intendimento d’ Eude di aprire una comunicazione fra i suoi stati di Blois e di Sciampagna: si noti però che allora Eude non per anco godeva la contea di Blois. Bouchard non guari dopo si riprese Melun coll’aiuto del re e del duca di Normandia, e mentre Eude, ch’ivi s’era rinchiuso, trovò una via di fuggire, Gualtiero invece e la sua donna furono presi, e, come traditori, impiccati. Si venne in seguito ad una zuffa nella quale il conte di Sciampagna fu interamente disfatto. Bouchard giunto ad una età molto inoltrata, abbandonò la corte e ritirossi nell’abazia di Saint-Maur-des-Fosses, ove cessò di vi- literque regalis comes efficilur. Si notino Lene le parole regalis Comes, le quali non possono riferirsi che alle contee di Parigi e di Melun , dove non iscorgiartlo che visconti dopo Ugo Capeto, laddove fino al XII secolo si trovano conti di Coibeil, il cui dominio non fu già un dono di Ugo Capeto, ma bensì il vedovile assegnamento che Elisabetta dal primo matrimonio avea recato al conte Bouchard. Queste espressioni regalis comes non altro adunque significano propriamente che un visconte, il quale esercitava come luogotenente la regia autorità nel territorio di Parigi.