DEI CONTI DI SOISSONS 325 mano perfino su d’uno dei canonici facendolo imprigionare. 11 re San Luigi informato di tali violenze, diede ordine ai suoi baili di reprimerle, e Giovanni di Soissons vedendo vicina a piombare su lui la procella, cominciò a rientrare in se stesso e propose di rimettersi al giudizio del metropolita (Enrico di Dreux arcivescovo di Reims); ciò che venne accettato. Con decisione del mese di giugno ia33, il prelato condannò Giovanni di Soissons a desistere dalle sue pretensioni sulle terre del capitolo , restituire ciò che avea tolto, lasciar libera la gente che teneva imprigionata, e per la temerità da lui commessa di carcerare il canonico, fu deciso verrebbe alla cattedrale a piedi nudi, in camicia ed in brache in giorno da indicarsi, recando tra le braccia un fascio di verghe per seguitare in tal foggia la processione, e presentare al ritorno di essa le verghe al decano onde ricevere da lui la disciplina. La stessa penitenza fu ingiunta a quelli che l’avevano aiutato a prendere il canonico ( Archiv. de £’ Eglise de Sois., layette g3, lìas. 4). Questo castigo gli fu salutare e rese più circospetta la sua condotta. L’anno 1240 il conte Giovanni fu presente in Saumur il 25 giugno all’assemblea dei baroni, dove San Luigi diede la contea di Poitiers a suo fratello Alfonso dopo averlo creato cavaliere. È da notarsi che in un festino dato in tale occasione, il conte di Soissons ebbe 1’ onore di servire il re, come Raule suo padre avea fatto alla dedicazione della chiesa di Long-Pont. Nel 1242 egli seguì il monarca nella guerra fatta al conte della Marche, e nel 12^8 lo accompagnò nel suo viaggio di oltremare, in un al proprio fratello Raule sire di Coeuvres ed a parecchi de’suoi vassalli. Sbarcato avendo in Egitto col re San Luigi l’anno dopo, diè prove di valore in tutte le occasioni contro gl’ Infedeli. 11 sire di Joinville, che era marito di sua cugina, ricorda parecchi fatti d’armi pei quali si distinse in tale spedizione-, ed in questo racconto si scorge come entrambi accoppiassero la giocondità al valore. Al fatto di Massoure, siccome essi guardavano un ponte posto sovr’ un braccio del Nilo, vennero tutto ad un tratto assaliti da un corpo di Turchi. Dopo averli respinti, il conte disse a Joinville : Siniscalco, lasciamo che quella canaglia gridi ed abbaia,