DEI CONTI DI SOISSONS 3.7 » ma odio mortale. Mi sovviene che ne’ funerali di sua raa-» dre il conte dopo avermi narrati i fatti sopradetti, agni giunse, che posso io dare adesso per lei se ella vivente » non ha mai fatto veruna limosina? Finalmente il conte, » a cui si potea dir con verità tuo padre era Amorreo c » tua madre Atea, non solamente imitò 1’ uno e 1’ altra, » ma li superò in sceleraggine. Egli era così inclinato per » la perfida dottrina degli Ebrei, che già ardiva di protesi rire contro il Salvatore quanto essi per tema non osava-» no. Basta leggere il libro da me scritto contro lui ad » istanza del decano Bernardo per ben conoscere la stra-« vaganza de1 suoi discorsi (Trattato contro gli Ebrei). Quc-» st’uomo però che si compiaceva d’inalzare gli Ebrei so-» pra i Cristiani era nullameno dagli stessi Ebrei risguar-» dato come un insensato, poiché, mentre approvava la loro » religione, non si arrestava dal praticare la nostra. E di-» fatti nelle feste di Natale, della Passione, di Pasqua ec., s) mostravasi così devoto, che si durava fatica a persuadersi » fosse egli un infedele'». Guiberto dopo aver riferito in seguito parecchi tratti della sua irreligione e della sua lubricità, termina col dire, che egli morì qual visse. 11 necrologio della chiesa di Soissons annovera la di lui morte al 24 settembre ; ma gli antichi monumenti non danno verun lume sull’ anno in cui essa avvenne. È certo però che tutti i moderni s’ingannano mettendola verso il 1131 , poiché Guiberto di Nogent finì di vivere egli stesso nel 1124, nè fu già in quest’anno ch’egli scrisse la storia della propria vita, da cui noi abbiamo estratto quelia del conte Giovanni. Supponendo che codesto scritto venisse composto verso il 1120 (questo essendo uno degli ultimi di Guiberto), non sarà .allontanarsi troppo dal vero collocando la morte di Giovanni al 1118 circa. Il suo corpo fu seppellito al priorato di Coinci presso il vescovo Manasse suo fratello, morto il i.° marzo 1109 (N. S.). Egli avea sposato Adelina, figlia di Nivelone signore di Pierrepont, colla quale visse malissimo. Questa clama, a cui usava mille infedeltà, essendo caduta in sospetto gli rendesse la pariglia, offrì di giustificarsi col ferro rovente 0 col duello per mezzo di un campione che si batterebbe per lei. Di questo affare c parlato nella lettera i8o.a d’ives di Chartres scritta al conte Gio-