234 CRONOLOG chiamato Errico (Cartai. S. Crispini). Erberto III dopo aver fatto parecchi beni a diverse chiese, mori il 29 agosto del 1000 od in quel torno. La datatici giorno è certa nel necrologio di Saint-Quintin, ma non lo è egualmente quella dell’ anno. Erberto dalla sua sposa Ermengarde, che gli sopravvisse per lo meno fino al ioi5, lasciò quattro figli, Alberto ed Ottone che porremo qui appresso, Guido che divenne conte di Soissons c Landulfo che fu vescovo di Noyon : nè bisogna confondere quest’ ultimo , come si fece nella Gallia Christiana dietro il Vassor, con Lindolfo di lui zio, figlio d’Alberto I e vescovo della stessa città. ALBERTO II. 1000 circa. ALBERTO, figlio primogenito di Erberto III, ereditò da lui la contea di Vermandois. Baudri di Noyon nella sua cronaca di Cambrai ne porge di questo conte un assai triste ritratto. Maldicente, buffone, spergiuro e dissoluto, a detta di questo scrittore, egli in mezzo a’suoi disordini venne preso da una malattia di languore che lo fece rientrare in se stesso. A-vendo fatto venire a se un [A STORICA fece egli parecchi viaggi, parte per ordine de’suoi supe-ripri, parte per soddisfare alla sua divozione. L’ultimo ch’egli intraprese fu per atto di obbedienza al papa Gregorio VII, che avealo spedito a Roma per trattar un affare rilevante con Roberto Guiscardo duca della Puglia. Avendo adempiuta felicemente la sua commissione, fece ritorno a Roma, dove fu preso da una malattia che il 29 settembre 1082 lo trasse al sepolcro. Il necrologio di Saint-Glaude riferisce la di lui morte con queste parole : III Ka-lendas octobris 'obìit Simon comes Campaniae, Monachus nostrae Congregationis. Comes Campaniae è colà usato invece di Comes in Campania sendochè Bar-sur-Aube è nella Sciampagna. Gregorio VII fece seppellire Sinio-ne nella tomba dei papi: 0-noro straordinario, di cui non s’ avevano che rari esempi. Matilde duchessa di Normandia gli fece erigere un mausoleo che forma tuttodì l’oggetto della’ curiosità del viaggiatore, ed il papa Urbano li lo decorò d’un epitaffio da lui stesso composto. Dopoché Simone si fece religiosa, le grandi signorie eh’ci lasciava furono come smembrate in una infinità di porzioni,