DEI CONTI D’EU 569 ■{fila pacifica. In fatti non Io scorgiamo agire in veruna delle guerre clic si accesero nel resto de’suoi giorni, sia tra la Francia e l’Inghilterra, sia in Fiandra. La sua morte è segnata il 12 luglio nel necrologio dell’abazia di Four-camont, eh’ egli aveva fondata nel 1130 e dove fu seppellito; ma riguardo all’anno, è da notarsi che mentre 1’ appendice stampata da Roberto du Mont colloca nel n3g un tale avvenimento, nell’esemplare poi manoscritto della medesima opera, notato col numero 4862 nella biblioteca del re, vi é rapportato in quella vece sotto l’anno 1140. Vedendo Enrico appressarsi .il termine de’suoi, giorni, aveva abbracciato a Fourcamont la vita monastica. Da Margherita sua moglie figlia di Guglielmo di Sciampagna signor di Sulli il conte Enrico lasciò i figli seguenti: Giovanni che viene qui appresso, Enguerrando di cui non si conosce la sorte, Ugo arcidiacono d’Excester e Guglielmo cantore della chiesa di Yorck; ed oltre a questi, due figlie di nome Beatrice e Matilde (Anseime). Guglielmo di Jumiege non attribuisce al conte che una figlia e tre figli, senza neppure nomarli. GIOVANNI. 1139 ovvero 1140. GIOVANNI, figlio e successore di Enrico I nella contea d’Eu, beneficò sommamente l’abazia di Treport, confermando in oltre nel ii49 le donazioni che i suoi predecessori le avevano fatte. Però nella guerra tra la Francia ed il duca di Normandia, avendo sposato il partito del suo sovrano feudale, saccheggiò il tesoro di questo monastero per mantenere i cavalieri eh’ erano al suo servigio. Ma essendo rientrato in se stesso allorché la pace fu ridonata alla Normandia, riparò al male che avea cagionato alla chiesa suddetta con novelle donazioni, le quali vennero confermate dalla contessa sua sposa e da Roberto lor figlio. Abbiamo una lettera del conte Giovanni Gilduino abate di Saint-Victor di Parigi, dalla quale si scorge, come la singolare affezione che il nostro conte nutriva per l’abazia di Nostra Signora d’Eu, lo espose ad una disgustosa vicenda; ciò che troviamo a proposito di sviluppare, affinchè meglio s’intenda la detta lettera, che per la sua brevità