582 CRONOLOGIA STORICA dosi posto in relazione coi Coligni abbracciò, siccom’cssi, il calvinismo, e morì senza discendenti nell’età di ventisei anni. Ecco in qual modo narrasi la sua morte nel giornal della Stella. « 11 principe di Porcien, giovane marziale e » guerriero, morì a Parigi nel i5 maggio i567 di febbre » infiammatoria prodotta da una bile accoppiata all’ intem-» peranza; perocché avendo giuocato alla palla in tutto » l’intero giorno, fu nella sera mandato alle Tuileries, ove » il re lo intrattenne per ben due ore a capo scoperto nel » giardino al chiaror della luna (dacché il tempo era se-» reno), tenendogli sì aspri discorsi da minacciarlo perfino » della perdila del capo sul proposito di Linchamp, piazza » di frontiera cui avea dato ad intendere al monarca che » stava fortificando: per la qual cosa tornatosi a casa, pieno » di dispetto, siccome quello che avea un animo maravi-» gliosamente altero, mandò cercando del vino, e bevutine » tre quarti e mangiati tre piatelli di mandorle fresche, se » ne andò di botto a dormire; e fu questo il veleno che » si spaccio essergli stato ministrato ». Quest’ ultime parole alludono al libello infamante intitolato: La leggenda di D. Claudio di Guisa (abate di Cluni), in cui si assicura, come un tale di nome Saint-Barthelemi, emissario di don Claudio, avesse porto al principe di Porcien un beveraggio avvelenato, che gli aveva infiammato il sangue ed oscurata la ragione. Questo giovane signore era nemico giurato della casa di Guisa, e ne diede una prova morendo; perocché, siccome sospettava che sua moglie avesse della propensione per il duca di Guisa (Enrico lo Sfregiato), la scongiurò di non isposarlo. « lo non dubito, egli le disse, eh’essendo voi » giovane, bella e ricca non abbiate a rimaritarvi dopo la » mia morte. Io vi lascio libera la scelta, ed in tutto il » regno non eccettuo che un solo uomo, il duca di Guisa. » E questi la persona che odio più di tutti al mondo; vi » chiedo in grazia per tanto che il mio più grande avver-» sario non debba esser l’erede del più prezioso di tutti » i miei beni » (Le Laboureur , addit. aux Meni, de Castellali, tom. 1 ). Non ostante però una domanda così precisa, Caterina porse la mano nel settembre 1570 al medesimo duca di Guisa. S’ella era stata ugonotta col suo primo marito, tornò poi cattolica dopo averlo perduto, ad