54o CRONOLOGIA STORICA dopo in soccorso di Raule di Toeni signore di Conchcs contro Guglielmo d’Evreux, sotto le cui armi era già presso a soccombere. Stefano si riconciliò in seguito col duca Roberto. Allorché più signori, come dicemmo nell’articolo di suo padre, cospirarono nel ioq5 ad oggetto di collocarlo sul trono d’Inghilterra, il re Guglielmo li mandò a vuoto il loro disegno mercè la prontezza con cui ne prevenne l’esecuzione. Stefano, che trovavasi allora in Inghilterra, si rifuggiò nell’abazia di Saint-Oswi. Ivi fu preso e condotto nel castello di Bambury, ove Guglielmo ordinò che gli si cavassero gli occhi; se non che la moglie ed i congiunti del colpevole ottennero la sua grazia a furia di preghiere e di doni. Stefano dopo questo si pose in viaggio per la crociata insieme col duca di Normandia. Fatto ritorno dopo la morte di Guglielmo, egli entrò nuovamente in ruggine col duca Roberto, e fu tra i signori che nel nc>4 chiamarono Enrico I re d’Inghilterra ad impadronirsi della Normandia. Egli combattè nel uo6per quest’ultimo nella battaglia di Tinchebrai, dove Roberto restò prigioniero. Stefano conservò al vincitore fino al 1118 quella fedeltà che gli aveva promessa ; ma allora vinto dalla sua consorte si rivolse dal lato di Guglielmo ditone figlio dell’infortunato duca Roberto, e si adoperò a riporlo nel possesso della Normandia. Era già da due anni che il re Luigi il Grosso trattava la guerra in questo ducato pella medesima causa, quando Stefano costrinse Baldovino dall’Ascia conte di Fiandra ad unire nel ui8 le proprie armi a quelle del monarca francese. Sebbene questa lega venisse disciolta dopo la giornata d’Eu, vinta nel settembre 1118 da Enrico contfo i confederati, il conte Stefano non cessò di far testa egli solo per qualche tempo; ma costretto finalmente ad abbandonar la campagna, si rinchiuse nel castello della vecchia Rouen. Enrico essendo colà venuto ad assediarlo, gettò dirimpetto alla piazza le fondamenta d’ una fortezza, cui nominava Mate-putain in ischerno della moglie del conte Stefano, il quale non attese già per arrendersi che l’edilìzio fosse compiuto; ma tocco da pentimento si valse de'suoi amici per intercedere il proprio perdono, e vi riuscì nel 1119. nel gennaio del u-aj spiegava nuovamente partito contro di Enrico, unendosi alla lega formata dal