632 CRONOLOGIA STORICA sulle terre di Vendome, prende per sorpresa il fratello e lo caccia in una prigione. Luigi però era così amato ed apprezzato dai più, che le due fazioni degli Orleanesi e de’ Borgognoni si riunirono insieme per dar mano alla sua liberazione. Il conte della Marche per ben olto mesi disprezzo le preghiere e pose in non cale le minacce che gli si facevano a tale riguardo ; ma cedendo finalmente al ri-mordimento di sua coscienza, andò egli stesso a trar fuori di prigione il fratello. Luigi durante la propria cattività aveva fatto voto di visitare come pellegrino le chiese di Nostra-Dama di Char-tres e di Saint-Denis in Francia, se giungeva a ricuperare la libertà. Fedele quindi a questo suo dovere, recossi al-l’una ed all’altra chiesa, scalzo i piedi, in camicia, con in mano un cereo di cinquanta libbre, e susseguito da cento domestici tutti nello stesso atteggiamento di penitenza e di umiliazione. Fatto indi ritorno alla corte, fu egli posto a capo dell’ambasciata che nel settembre ovvero nell’ottobre i4i3 Carlo VI inviò in Aragona ad oggetto di sostenere i diritti di Yolanda d’Aragona sposa di Luigi II duca d’Anjou e re di Sicilia all’aragonese corona. Ma il più che • codesti ambasciatori poterono ottenere da Ferdinando re di Castiglia, cui erasi aggiudicata, non fu che la promessa di una somma a favor di Yolanda colla rinnovazione degli antichi trattati d’alleanza tra la Francia e l'Aragona. Luigi, mercè lettere in data del i5 novembre dell’anno successivo, fu rivestito della carica di gran mastro del palazzo (i) ovvero della sovrintendenza generale dei palazzi del re, della regina e del delfino; dopo di che ottenne anche i governi di Sciampagna, di Brie e di Picardia. 11 suo zelo pel bene dello stato lo indusse ad intraprendere parecchi viaggi a Londra colla mira di distogliere il monarca inglese Enrico V dal muover guerra alla Francia, Credendosi di aver fatto qualche progresso nell’animo di questo principe, si recò in seguito presso di lui alla testa d’una magnifica ambasciata, e gli offerì la principessa Caterina figlia di Carlo VI, cui egli bramava ardentemente di sposare, con in dote un certo numero di provincie. Ma tali offerte non (i) Diccvasi allora Mastro-Sovrano.