6i8 CRONOLOGIA STORICA avca già promesso alle sue genti di loro distribuire i tesori dell’abazia (Chronologie Findocin.). Giovanni accolse a Vendome nel nyo i re di’Francia c d’Inghilterra, che s’erano ivi adunati per trattar della pace (Bened. Petroburg.). Egli nel 1173 spiegò partito pel re d’Inghilterra Enrico II contro i di lui figli ribelli so* stenuti dal monarca francese, conducendogli truppe ausi-liarie in Normandia, che era divenuta il teatro della guerra (ibid.). In di lui assenza Bouchard suo figlio studiava la via d’impedirgli il ritorno, e s’impadroni della contea di Vendome; ma ne fu poi egli stesso cacciato ai 3o novembre dell’anno medesimo dal re d’Inghilterra, de’cui figli avea egli sposato il partito (Roger de Hoveden). Giovanni fu allora ristabilito in que’dominii che il figlio snaturato gli aveva rapiti. Par cosa fuori di dubbio che quasi tosto restituisse il suo affetto a Bouchard, dacché troviamo che dopo quest’epoca egli partecipò col padre del titolo di conte di Vendome. Giovanni dopo aver beneficata l’abazia di Vendome, ne divenne si fiero persecutore, che i religiosi si trovarono costretti a rifuggiarsi nel priorato di Levieres presso d’ Angers, ove dimorarono per lo spazio di quattordici mesi. Allora Giovanni di Salisberi vescovo di Char-tres prese la loro difesa, e nel 1177 colpì di scomunica il conte. Questi però, presentatosi al cardinale di Saint-Chrysogon legato in Francia, gli praticò tali atti di sommissione, che attese anche le raccomandazioni del re d’Inghilterra, che vi si trovava presente, ottenne l’assoluzione. Tuttavia al suo ritorno egli sostenne di non essere tenuto a tutto quello che il vescovo di Chartres esigeva da lui ; quindi, siccome il legato assolvendolo avea ristretto i diritti del vescovo diocesano, questi in luogo di ratificare la grazia, confermò anzi la sua sentenza, ritenendolo stretto per lo spazio di tre anni nel legame della scomunica. Una tale severità produsse alla fine salutevoli effetti; poiché tocco Giovanni da pentimento, andò a presentarsi a piè nudi al capitolo, e dimandato perdono all’abate ed ai monaci dei torti che loro avea fatti, venne assolto in seguito dal prelato nei 1180 (Archiv. de Fendome). Avvenne che il re Filippo Augusto, mentre inseguiva nel 1188 Riccardo duca d’Aquitania, prendesse pervia il