DEI BARONI E DUCIII DI MONTMORENCI 37 grifizi offerti in nome della Francia, cottcliiuscro 1'8 maggio i36o il famoso trattato di Brctigni. 11 re d’Inghilterra avendo richiesto quaranta ostaggi a propria scelta sino a che il re di Francia avesse adempiuto alle condizioni della pace, essi furono tratti tra i signori più distinti della nazione, e il barone di Montmorcnci fu di quel numero. Giunti in Inghilterra i duchi d’ Orleans, d'Anjou, di Berri e lui, si obbligarono pagare la somma di duecentomila scudi d'oro pel riscatto del re che montava a tre milioni di scudi (i). u Non si legge, dice du Chesnc, nè come nè in qual anno » il barone Carlo sia stato liberato*, ma si vede che tosto do-» po la morte del re .Giovanni, avvenuta al principio del » i3(ij, egli si portò presso il re Carlo V suo figlio clic lo r> tenne come membro del suo consiglio». Nel i368 egli riportò dal monarca un contrassegno di distinzione assai lusinghiero nella circostanza della nascita dei delfino che volle fosse da lui tenuto alla fonte. La cerimonia battesimale ebbe luogo P 11 dicembre nella chiesa di San Paolo con pompa straordinaria, che fu descritta da Giovanni Chartier nella vita di Cario V. Il figlioccio del barone di Montmorcnci fu dappoi Carlo VI. Il barone accompagnò Carlo V nel 1371, e non 1378, nella conferenza eh’ ebbe a Yernon col re di Navarra intorno i diritti clic quest’ultimo reclamava sulla Sciampagna, la Bric c la Borgogna; c il risultamelo della negoziazione fu la rinuncia fatta della signoria di Montpellier al Navarrcse in ricompensa delle sue pretensioni (V. i signori di Montpellier). Carlo di Montmorcnci terminò i suoi giorni Pii set- fi) Il re Giovanni colli sua ordinanza 5 dicembre i56o ri fa supere clic i Ire milioni ili scudi d*oro che dovea pagare pel suo riscatto, erano di quelli due de’quali falciano un nobile d’Inghilterra, e M. le lllanc dico che il nobile era d’oro fino e pesava due grossi, Ire grani, peso rii marco: per conseguenza un miliqne cinquertntomila nobili [tesavano quararllaselle-niila otlocentocinquantaun marchi, quattro oncie e quattro grossi, che in ragione di lire ultocenloventolto, soldi dodici il marco, produrrebbero trenta novemiliooi seiccmoquaranlanovcmila otlooentoquallro lire, tredici solili, nove denari dell* attuale moneta francese; sicché i duecento nula scudi d’oro, o centomila nobili che il barone di Montmorcnci dovea pagar di sua parte formano ducmilioni jeictDtoquaianlatremila trcccnloventi lire, soldi «ti e tre denari.